LOST HIGHWAY (STRADE PERDUTE) del 1997 di David Lynch

20 anni dopo Eraserhead (primo lungometraggio targato David Lynch) e 20 prima della terza stagione della serie TV ‘Twin Peaks’, l’amatissimo, dal popolo estremo e non solo, regista statunitense, nel cuore della sua lunga carriera, sfornava una pellicola fondamentale per il cinema e tra le più influenti e malvagie della sua filmografia.Un noir surreale sulla gelosia e conseguente repressione, destinata a materializzarsi in una realtà alternativa, lontana dal sogno e vicina a quel sottile, quanto mai sconosciuto, mondo di dormiveglia che galleggia a mezz’aria nella mente danneggiata di un uomo, martoriato da eventi talmente dirompenti che finiscono per offuscarne la visione effettiva e concreta della vita. Il film si può dividere in tre tronconi. Il primo segue le vicende di un musicista, Fred, ossessionato dalla gelosia nei confronti della bellissima e sensuale moglie, Renée, finisce per essere schiacciato dal senso di colpa per l’incapacità di soddisfare le esigenze sessuali della moglie. Le conseguenze di questo rapporto difficile, alimentate dall’ossessione maligna nei suoi confronti da parte di un misterioso e inquietantissimo individuo, porteranno ad un’azione estrema e violenta nei confronti della sua dolce metà. Il secondo troncone del film, quello più corposo e vicino ad un crime movie, segue le vicende di un giovane uomo, Pete, inspiegabilmente trovatosi, dopo una misteriosa e innaturale trasformazione fisica, al posto di Fred. Incapace di perseguire Pete per le accuse rivolte a Fred, la polizia lo libera e lo lascia in custodia ai suoi genitori. Pete è il prediletto di un gangster locale, Mr Eddy (Dick Laurent), il quale si affida a Pete per sistemare le sue lussuose automobili. L’incontro fortuito tra la moglie di Laurent, Alice, e Pete, scatenerà una serie di eventi allucinanti, passionali, misteriosi e catastrofici, destinati a confluire in un infinito percorso di ….strade perdute! L’epilogo finale, assurdo e collegato agli eventi sopra citati, rappresenta la terza e conclusiva parte, con protagoniste assolute e filo conduttore macabro le allucinanti e onnipresenti VHS …..Sperimentale viaggio ‘spacca cervello’ che racchiude tutta la poderosa visione cinematografica di Lynch, con riprese innaturali, storie circolari su flussi temporali contro natura e personaggi grotteschi e inquietanti, destinati a rimanere attaccati ai nostri pensieri per sempre. Se Alice/Renée, rappresenta al meglio la Dark Lady perfetta in puro stile noir, e ll roccioso Robert Loggia, rappresenta, in un colpo solo, la migliore visione cinematografica del criminale americano, nulla è paragonabile alla maledetta e minacciosa parte del ‘mystery man’. L’attore Robert Blake sembra nato solo per interpretare questa parte incredibile, la quale finirà per divenire un curioso precedente, similare a questa pellicola, proprio per Blake, in quanto sarà accusato, tre anni dopo il film, di aver massacrato e ucciso la moglie. In STRADE PERDUTE L’infinito non ha inizio e fine, o almeno non ha un solo inizio e un’unica fine, ma inesauribili conclusioni collegati a molteplici origini, se tali si possono scollegare dal principio di tutto. Siamo oltre il paradosso temporale alla BEFORE THE RAIN o una serie di storie narrate in forma non cronologica alla PULP FICTION, in quanto la visione surreale si mescola con gli eventi visionati da diversi angolazioni e memorie sommerse e perdute. Nessun male di testa durante la visione, per nostra fortuna, in quanto finire per essere rapiti, presi per la gola e trascinati in questo mondo parallelo e sospeso, avviene senza lasciarci un minimo di pausa mentale o possibilità di riflessioni in tempo reale, perché quando ci illudiamo di aver trovato un filo logico, la storia e gli eventi si piegano su sé stessi, senza mai accartocciarsi e finire in una farsa bizzarra e non-sense. Quando in carcere, Fred diventa Pete, il film diventa serio e un convenzionale noir, illudendoci, fino alla fine, di trovarci di fronte ad una pellicola tradizionale e convenzionale. Per nostra fortuna non sarà così, perché rendere credibile il tutto, dopo un’illusione metafisica, dimostra in un colpo solo tutta la forza trascinante e coinvolgente di questo straordinario film.Che non si smarrisce mai e continua ad evolversi in un incubo sempre peggiore, critico e inafferrabile per la nostra mente. A rendere perfetto e maestoso il tutto, oltre alla monumentale regia di Lynch, un cast di attori e comprimari insuperabile (tra i tanti personaggi di contorno l’indimenticabile. al suo ultimo film. comico Richard Pryor, il fortissimo Henry Rollins, mai banale anche in una piccola parte come questa e il cameo di Marlyn Manson). Naturalmente impossibile non evidenziare le grandi prove di Balthazar Getty e Bill Pullman, rispettivamente nei panni di Pete e Fred.Altrettanto poderosa l’eclettica colona sonora, ad opera del fidato amico di Lynch, Badalamenti, condita da brani, sempre in linea con le sequenze surreali del film, di Massive Attack, Nine Inch Nails, Rammstein, il sopra citato Manson e tantissimi altri. STRADE PERDUTE rappresenta al meglio la definizione di ‘Horror Estremo”, dove la fusione di tutti i generi e sottogeneri che lo rappresentano appare perfetta e senza appello. Inquietudine (come dimenticare il primo incontro tra Fred e l’uomo misterioso), terrore, smarrimento, violenza, erotismo e visioni surreali in puro stile Lynch ai suoi massimi livelli sperimentali e autoriali, finiscono per regalarci una vera opera immortale del cinema, destinata oggi come ieri e soprattutto domani, a stupire e colpire forte corde emozionali sconosciute durante la visione del cinema tradizionale, anche quello più importante e di valore. STRADE PERDUTE è, e sarà sempre, oltre il capolavoro! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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