LOWLIFE (2018) di Ryan Prows

 

Uno dei migliori prodotti indie del cinema americano recente. Black comedy? Crime? Pulp? Thriller estremo? Difficile catalogare questo film esagerato, il quale, pur non essendo privo di difetti, perlopiù dovuti al budget scarso e recitazioni a volte discutibili, colpisce nel segno e finisce per coinvolgere e stupire sempre, dal primo all’ultimo secondo. Merito, tra i tanti personaggi mostrati, del luchador ‘El Monstruo’ (interpretato da Ricardo Adam Zarate) . Carico di orgoglio, tradizione e rispetto infinito per la storia di giganti della sua gloriosa famiglia di lottatori di wrestling messicano. Un personaggio incredibile, magnetico, limpido ma misterioso allo stesso tempo (non lo vedremo mai senza la sua maschera).
Lo stesso vale per Teddy ‘Bear’ Haynes, l’attore Mark Burnham, personaggio iconico nei film di Quentin Dupieux (indimenticabile poliziotto corrotto e spacciatore di WRONG COPS), questa volta nei panni di un lercio e senza scrupoli spacciatori di organi di clandestini e reietti messicani.
La storia segue infatti le vicende incasinate di Teddy, El Monstruo, la sua ‘fidanzata’ incinta ed una donna di colore, ex tossica, che cerca disperatamente un rene per salvare la vita al marito alcolizzato. A chiudere il cerchio un ex detentuto con la svastica tatuata in faccia ed un suo amico pieno di debiti. Quando i destini di questi personaggi variopinti si incroceranno, il sangue scorrerà a fiumi …..
Prodotto debitore senza dubbio del cinema tarantiniano, tra storie sfasate nel tempo e destinate ad incrociarsi di continuo, dialoghi grotteschi e assurdi, personaggi partoriti da un fumetto ai limiti del trash e protagonisti di situazioni spesso assurde. Il tutto condito da una sana e spesso becera violenza e gore. Dissezioni brutali, e trattandosi di organi commercializzati illegalmente non poteva essere altrimenti, crani spappolati (tantissimi), sangue a dirotto e intrecci familiari assurdi ed improbabili. Cuore nevralgico e forza trainante del film il nostro ‘El Monstruo’, troppo piccolo per diventare un lottatore acclamato come i suoi avi, ma letale quando deve far fuori qualcuno. Tali sequenze furiose sono spesso anticipate da un urlo assordante, ma i risultati finali sono letali e scioccanti, con tanti di decapitazioni e arti spappolati.
Se la regia non appare sempre impeccabile (trattasti pur sempre di un’opera prima), le musiche sono strepitose. Magnetiche, snervanti ed efficaci da morire. Un piccolo grande gioiello del cinema indipendente, con una prima mezz’ora e gli ultimi venti minuti da vedere e godere fino in fondo. Una mini bomba dei nostri tempi! VALUTAZIONE 8/10

 

H.E.