MANDY (2018) di Panos Cosmatos

Dopo 8 lunghi anni di attesa dal suo ultimo lavoro, l’allucinante ‘Beyond the Black Rainbow’, Panos Cosmatos torna in grande stile con un’altra pellicola dall’estetica poderosa, mistica e visivamente abbagliante. Cosmatos, Al contrario del suo lavoro precedente, crea una spina dorsale più lineare ed un micro mondo più definito, proponendo una storia di vendetta personale purissima, arricchita però da tantissima roba: acidi iper allucinogeni, una setta di fanatici, motociclisti metallari e lontani parenti dei cenobiti di Hellraiser, armi alla HE-MAN, personaggi e atmosfere anni ’80 alla PREDATOR, animazioni inquietanti, gore e violenza a profusione. Quest’ultima spesso affiancata da un’ironia balorda perfettamente incarnata dal suo protagonista vendicatore, un Nicolas Cage tamarro forse mai così congeniale ad una storia acida questa.
Nord America nei primi anni ’80. Red Miller e Mandy Bloom conducono un’esistenza amorevole e pacifica immersi nella foresta. Quando il loro rifugio, dal profumo di pino, viene distrutto selvaggiamente da una setta di fanatici religiosi, guidato dalla sadica Jeremiah Sand, Red viene catapultato in un viaggio fantasmagorico pieno di sanguinosa vendetta e intrecciato col fuoco…….
Similare ad opere recenti che amano le citazioni ed i rimandi continui a gloriosi decenni cinematografici del passato, come BASKIN, THE VOID e i film del duo Cattet & Forzani, dove spesso la trama passa in secondo piano per evidenziare forti caratterizzazioni dei personaggi e delle location proposte, MANDY vive e si autoalimenta della nostra memoria cinematografica, con rimandi continui a TWIN PEAKS di David Lynch oppure al cult PREDATOR John McTiernan (il cameo del datato ma sempre granitico Bill Duke è semplicemente favoloso). Oltre a tutto questo Cosmatos punta forte su un’estetica horror alla Clive Barker, misteriosa quanto tamarra e ricca di dettagli ironici quanto visivamente accattivanti, in puro stile anni ’80. Se i pregi della pellicola sono molteplici, tra trip allucinogeni e combattimenti in stile fumetto sci fi (con motoseghe gigantesche e asce aliene), siamo quasi costretti ad affermare a malincuore la mancanza di un’anima originale e capace di coinvolgere emotivamente lo spettatore. Colpa di una dilatazione degli eventi forse eccessiva e la mancanza di colpi di scena imprevedibili della seconda parte, più dinamica della prima sicuramente. Per nostra fortuna questo viene compensato da sequenze ed immagini qualitativamente superiori alla media, a tratti grottesche e fantasy. Un tuffo nel passato impreziosito da una qualità tecnica ed una fotografia di altissimo livello, senza dimenticare una colonna sonora originale e magnetica ad opera di Jóhann Jóhannsson, l’ultimo lavoro della sua vita e carriera da grande compositore. Se pretendete trame contorte o colpi di scena inattesi, questo non è il film che fa per voi. Al contrario, se volete fare un viaggio di due ore tra gore, fuoco, sangue, combattimenti feroci e visioni lisergiche, MANDY non vi deluderà! VALUTAZIONE 8,5/10

 

H.E.