MANIAC COP (POLIZIOTTO SADICO) del 1988 di William Lustig

Aprile 2020 in Canada. Un dentista si veste da poliziotto e uccide 16 persone. Impossibile non pensare a questo film dopo aver letto questa tragica notizia di cronaca nera internazionale. Un film profetico non solo questo evento, bensì per una paura e diffidenza generalizzata nei confronti delle forze dell’ordine, spesso finite al centro della cronaca per abuso di potere, oltreoceano ma non solo. Fine anni ’80. Persone innocenti vengono brutalmente assassinate per le strade di New York da un ufficiale di polizia in uniforme. Mentre il bilancio delle vittime aumenta e Sindaco e vertici della polizia tentano un insabbiamento del caso, l’esperto Frank McCrae dirige le indagini, convinto che il maniaco sia uno del suo dipartimento. Un giovane poliziotto, Jack Forrest, si ritrova in arresto come principale sospettato, essendo stato vittima di un assalto da parte del vero assassino e di una misteriosa telefonata che finirà con l’esecuzione della moglie. Forrest, la sua amante Theresa (anche lei una poliziotta) e McCrae hanno deciso di unire le proprie forze per risolvere il mistero del poliziotto maniaco ….William Lustig ritorna di prepotenza sul finire degli anni ’80 alle atmosfere urbane inquietanti ed estreme del suo lavoro più celebre, MANIAC, con un film dai due volti. Spettacolare e di grande atmosfera nella prima parte, con ambientazioni notturne in versione noir e dove la figura misteriosa del poliziotto maniaco regala emozioni di sicuro impatto estremo. Più convenzionale per l’epoca nella seconda, dove il film si trasforma in un horror stile VENERDI XIII, perdendo così in parte tutta la forza investigativa e tenebrosa dei primi 45 minuti. Nonostante questo cambio di rotta, la sceneggiatura (ad opera di Larry Cohen) rimane solida fino alla fine, basandosi sempre su un legame sottile di legalità e abuso di potere non sempre chiaro, in quanto il torbido e la corruzione affioreranno dai vertici e non dal basso, simboleggiato proprio dal passato oscuro del killer vestito da poliziotto. Ottimo il cast con figure iconiche del cinema horror e poliziesco anni ’80, come Bruce Campbell, Tom Atkins e Laurene Landon. Proprio quest’ultima, presente nel noir estremo DRIVE di Refn, sembra essere l’anello di congiunzione tra questo cult anni ’80 e l’imminente serie remake e omonima del regista danese dedicata al poliziotto maniaco. Incredibilmente, dopo aver visionato il cinema di Refn, scopriremo come la succitata prima parte sia maledettamente similare al suo cinema crime più oscuro, violento e caratterizzato da personaggi maledetti e luci al neon. Per quanto concerne il comparto estremo, tra gole squarciate e ossa spezzate, questo film è senza dubbio uno dei più feroci della sua generazione, anche se nella parte finale si cerca di frenare la violenza visiva per compiacere un pubblico più giovane e più avvezzo all’horror più ‘facile’ di quell’epoca. Sorvolando sulla confusione imbarazzante della distribuzione italiana dell’epoca (il secondo capitolo della trilogia, intitolato IL POLIZIOTTO MANIACO, uscì al cinema prima di questo film, intitolato successivamente POLIZIOTTO SADICO), questo film, poco apprezzato all’epoca, ha lasciato un segno indelebile su amanti e cineasti amanti del genere estremo, a dimostrazione che il mix di generi (slasher, horror, noir, thriller, crime) e tematiche (corruzione, riabilitazione, paranoia urbana, sfiducia nelle forze dell’ordine) presentato da William Lustig risultino immortali e buone per tutte le stagioni. Discreto anche il secondo capitolo, dove il passato del poliziotto killer sarà chiarito in maniera più accurata, mentre il terzo sarà una trashata sovrannaturale e purtroppo trascurabile. VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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