MARY AND MAX (2009) di Adam Elliot




Il cinema d’animazione riesce spesso (rispetto a quello con attori in carne ed ossa) a toccare e smuovere emozioni spesso nascoste, inconsce e difficilmente classificabili. Sull’olimpo delle migliori opere d’animazione dal forte impatto emozionale, merita di sedersi anche MARY AND MAX dell’australiano Adam Elliot, un’opera in stop motion con protagonisti personaggi argillosi destinati ad entrare di prepotenza nel cuore dello spettatore. 
Anni ’70. Mary Dinkle è una bambina australiana solitaria e poco socievole di 8 anni, che un bel giorno decide di inviare, dopo aver preso a caso un nome da una rubrica di Manhattan, una lettera allo sconosciuto quarantottenne Max J. Horowitz di new york. Una scelta del tutto casuale, che porterà la bimba a stringere la sua prima, vera amicizia grazie ad una corrispondenza di penna, lontana geograficamente ma incredibilmente vicina per stato d’animo, destinata a trascinarsi tra alti e bassi nel corso degli anni a venire. In realtà, si tratterà della prima vera amicizia per entrambi. Il destino ed il caso hanno voluto anime similari, uniti tra loro dalle avversioni ed infelicità della vita. Mary, nata in una famiglia assi complicata e difficile, dove non regna mai il sorriso, decide di crescere sotto la supervisione del suo amico, a cui confida i suoi pensieri e segreti. Max invece, obeso e affetto dalla sindrome di Asperger, appare poco esperto della vita, perso nelle sue ossessioni, insicurezze ed ingenuità. Grazie alla piccola Mary riuscirà ad andare oltre, pian piano, una vita perseguita passivamente. Malgrado la sua condizione, Max si dimostrerà un maestro di vita per Mary, che imparerà col tempo ad trovare nelle oneste ed ingenue lettere di Mary uno spiraglio di speranza per la propria vita sino ad allora priva di luce …..<br>Il motivetto musicale principale, che anticipa l’evoluzione l’arrivo delle lettere o i colpi di scena più rilevanti, finirà per entrarci non solo nelle orecchie ma anche sotto la pelle. Merito senza dubbio della fortissima umanità, leggerezza e purezza d’animo dei due protagonisti, raffigurati minuziosamente a 360°, costretti a vivere in un mondo cattivo, pieno di persone spregevoli e spesso immonde che non riusciranno a scalfire quella luce, offuscata per buona parte della pellicola, nascosta nel profondo del loro cuore. A brillare in maniera prepotente l’amicizia occasionale che il destino ha presentato ai due protagonisti, immersi in colori tendenti al giallo seppia e ocra per Mary e grigiastri per Max.
Senza mai strapparci grasse risate o lacrime vere (ah… la scena delle ‘lacrime raccolte’ è una perla assoluta), galleggeremo con loro in un mare ironico e commovente destinato a rappresentare al meglio uno dei valori più nobili della vita, ovvero l’amicizia. Quella fondata sulla fiducia ed il rispetto ma anche sulle incomprensioni, in quanto finiranno per diventare le basi su cui si poggeranno due persone si intrecciano a meraviglia tra loro, indipendentemente dal loro stato sociale, economico, d’età e luogo geografico. MARY AND MAX ti trasporta con tristezza, amarezza ma anche tanta speranza lungo una storia, ispirata ad una realmente accaduta, che scava nel mondo di Mary e Max quanto nella nostra vita. Non in quella perfetta e resa tale a tutti i costi della superficie, bensì in quella più amara e spesso volutamente sepolta dei nostri pensieri più amari e poco benevoli. 
Un film che sfiora la perfezione sotto tutti i punti di vista. Dalla tecnica d’animazione alle numerose citazioni cinematografiche e letterarie, dalla colonna sonora frizzante alla sceneggiatura graffiante e attentissima nel tratteggiare a meraviglia protagonisti, primari e secondari, e le loro storie profonde e mai banali. Il finale poi sarà la ciliegina sulla torta di un’opera dolce ma allo stesso amara, metafora quanto mai vera della quotidianità (imperfetta) e di come deve essere vissuta e soprattutto amata, qualunque essa sia! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.