MCCULLIN (2012) di Jacqui & David Morris

Jacqui & David Morris, prima di sfornare uno dei più grandi documentari (di denuncia e non solo) della storia, il doloroso e straziante ‘Attacking the Devil: Harold Evans and the Last Nazi War Crime’, realizzavano anni prima un’opera di pari valore, meno struggente ma emotivamente forte, anzi fortissima. Completamente dedicata alla vita strepitosa di uno dei più grandi fotografi di guerra di sempre, Donald McCullin (del quale uno dei due registi, David, è stato anche assistente).
Questa poderosa pellicola documentaristica scava a fondo nella vita movimentata di Mccullin, vissuta principalmente tra i teatri di guerra più estremi degli ultimi 60 anni, mostrando con chiarezza disarmante un lato critico della professione da parte dello stesso McCullin e analizzando i suoi scatti più più celebri, con aneddoti inediti, a volte bizzarri ma perlopiù drammatici e sconcertanti.
Dalle prime fotografie per ‘The Observer’, afferenti le gang di strada, alle prime in zona di guerra (durante la guerra di Cipro del 1964), dal suo lavoro per l’amico direttore del Sunday Times fino al 1984, Harold Evans (che ritroveremo poi nel documentario sopra citato) alle sue foto più celebri della guerra del Vietnam, compresa quella più famosa in assoluto ed immortalata nella cover di questo doc, afferente un soldato ‘smarrito’, Mccullin presenterà sempre e comunque i teatri di guerra fotografati ricordando parallelamente la sua dura infanzia di strada con annessa malavita spicciola. La quale lo avrebbe inghiottito, parole sue, se non avesse intrapreso la fortunosa carriera di foto reporter.
Se le foto più amare (‘BIAFRA’ su tutte, con un bambino albino scheletrico) lasciano inorriditi ed atterriti, le analisi sulla sua controversa carriera, vista oggi da lui molto vicina a sciacallaggio puro, permettono di scatenare domande raramente possibili, in quanto la sua consapevolezza di essere stato usato più volte per ‘vendere qualche copia in più’ e di aver compreso più di tutti gli orrori della guerra, e le sue sporche motivazioni, finirà quasi per logorarlo. McCullin ha seguito i soldati statunitensi e britannici, per i quali ha sempre nutrito un rispetto immenso, e fraterno, in decine di conflitti, finendo più volte ferito e rischiando innumerevoli volte di morire, lasciando per fortuna a tutti noi fotografiche di una potenza visiva straordinaria, ineguagliabile e da pelle d’oca. Dove gli sguardi delle persone catturate dal suo obiettivo sembrano più volte penetrare e scrutare nella nostra anima, trascinandoci anche solo per una frazione di secondo nel male vissuto e catturato con i loro occhi. Una visione lucida e sofferente di un gigante dei nostri tempi, priva di buonismi infantili e retoriche banali! Opera imperdibile!! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.