MUERE, MONSTRUO, MUERE (Murder Me, Monster) del 2019 di Alejandro Fadel

Dall’Argentina ecco una pellicola horror destinata a far parlare e discutere ….. nel bene e nel male.
A prima vista un mix tra ‘LA REGION SALVAJE’, ‘MANDY’ e ‘POST TENEBRAS LUX’, dove l’originalità principale si trova proprio nel mostro citato nel titolo. Una creatura ermafrodita feroce e originale, stimolante e che si allontana parecchio dagli stereotipi del mostro del cinema horror e sci fi più recente.
L’ufficiale di polizia Cruz indaga sul bizzarro caso del corpo di una donna senza testa trovato in una regione remota dalle Ande argentine. David, il marito dell’amante di Cruz Francisca, diventa il principale sospettato e viene mandato in un ospedale psichiatrico locale. David incolpa il crimine inspiegabile e brutale un fantomatico “Mostro”. Cruz si imbatte in una misteriosa teoria che coinvolge paesaggi geometrici, motociclisti di montagna senza volto e un mantra bloccato nella sua testa: MUERE, MONSTRUO, MUERE!!
Incipt iniziale veramente shock e che mette subito in guardia su cosa, parzialmente, possiamo aspettarci in seguito. Una donna, che sta vegliando un gregge di pecore, ha la gola tagliata e la testa che si sta staccando. La testa mozzata, da parte dell’eventuale ‘mostro’ o del primo presunto colpevole, diventerà una costante gore di questa misteriosa pellicola. Mai veramente chiara e alquanto avara di risposte, al contrario delle molteplici domande. Non solo sulla vera o presunta creatura tagliatrice di teste. Bensì saranno astratti concetti filosofici e concetti graffianti sulla paura insita nell’uomo a caratterizzare le vicissitudini che vedranno nel principale protagonista Cruz l’artefice di questa incomprensibile vicenda. Per nostra fortuna, dopo un faticoso inizio dove le informazioni scarseggiano pesantemente, i colpi di scena non mancheranno e soprattutto i sopra citati effetti gore, ottimi, scioccanti e macabri al punto giusto. Atmosfere rarefatte e quasi aliene, enfatizzate da abili giochi di ombre e luci, effetti artigianali cari alla vecchia scuola e personaggi semplici e poco curati (atti a simboleggiare un’umanità selvaggia e legata fortemente alla natura), ci trascineranno lentamente (molto lentamente) in un finale illuminante da una parte ma sempre più ermetico dall’altra le carte saranno scoperte. Simbolismi sessuali e metafore sull’esistenza umana e sul rapporto uomo-donna finiranno per fare capolino più volte, alimentando una morbosa e inevitabile curiosità sul vero significato e senso di quanto visionato. Anche se per buona parte la difficoltà di mettere a fuoco la verità degli eventi sarà assai ardua, i paesaggi spettacolari, le atmosfere perennemente cariche di tensione ci immergeranno in un nuovo mondo dell’horror sci fi esistenziale. VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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