MUG (Twarz) del 2018 di Małgorzata Szumowska

 

La statua di Cristo Re, la più alta del mondo dedicata a Jesus ed ispirata a quella più celebre brasiliana, è un colossale monumento di Świebodzin in Polonia. Prendendo spunto da questo colossale monumento moderno, la regista polacca Małgorzata Szumowska realizza un dramma che parte proprio da questa statua e abbraccia mille sfaccettature (è proprio il caso di scriverlo, considerando il tema principale del film), dalla politica alla religione, dai pregiudizi all’ipocrisia di una società polacca tutt’altro che perfetta, nonostante le apparenze.

Jacek, uno degli operai che lavora alla costruzione di un’enorme statua di Gesù in Polonia, è un giovane felice e dinamico, amante dell’heavy metal e pronto ad affrontare il futuro, forse lontano dalla sua nazione, in compagnia della bella fidanzata e promessa sposa. Quando tutto sembra virare per il meglio, Jarek rimane suo malgrado protagonista di un tragico incidente nel cantiere del Gesù gigante. Jarek si salverà ma perderà completamente la faccia. Per sua fortuna l’ospedale che lo ha in cura, esegue il primo intervento di trapianto completo della faccia della Polonia. Una volta svegliatosi dal coma Jarek, si ritroverà con una nuova faccia, non perfetta, che lo porterà inevitabilmente alla ribalta della cronaca nazionale. Se all’inizio Jarek, una volta ritornato a casa, viene accolto dalla comunità, fortemente cattolica, con affetto, successivamente diventerà quasi un fastidioso freaks, destinato ad essere escluso da tutti, tranne che da sua sorella e alcuni dei suoi familiari più stretti ……. Małgorzata Szumowska riprende in chiave moderna e puntando il dito contro la società cattolica polacca il tema dei freaks, inaugurato cinematograficamente da Tod Browning nel 1932, alternando momenti drammatici ad altri semi ironici, senza mai scivolare nella banalità da commedia per famiglie. Infatti, ogni frangente in apparenza bizzarro (come le foto in posa di Jarek con la nuova faccia per pubblicizzare un prodotto o un’assurdo esorcismo per liberarlo dal demonio) mostra al suo suo interno un lato triste, drammatico e veritiero. In quanto nel film, come nella vita, quando avviene un danno grave e fisico ai propri danni, solo chi ci vuole bene non si allontana da noi. Aggiungiamoci anche l’ignoranza delle persone, educate dai mass media solo all’aspetto estetico delle persone, e finiremo per restare soli o quasi. Se le persone mostreranno il loro volto disumano solo quando Jacek si presenterà a loro con il volto deturpato dalla nuova faccia (la quale non gli permetterà ancora di non parlare bene a causa del grave incidente), quest’ultimo mostrerà ancora di più la sua anima gentile, umana e ricca di valori. Małgorzata Szumowska non risparmia nessuno, nemmeno le istituzioni, colpevolizzandole di abbandonare, come in questo caso, chi vive ai margini ed è emarginato dalla società ‘per bene’. Ottima l’alternanza tra musiche hevay metal e dance, originali alcuni frangenti sfuocati presenti svariate volte nella pellicola, utili ad evidenziare la diversa visione delle cose da parte delle persone in base ai pregiudizi, brillanti alcuni particolari sottili (il tatuaggio di Jacek di Gesù sul braccio) e superlativa l’interpretazione di Mateusz Kościukiewicz nei panni di protagonista. Un dramma intenso (che ricorda vagamente in alcuni frangenti lo straziante MASK di Peter Bogdanovich), arricchito da intelligenti sfumature grottesche, in linea perfettamente con lo stile del cinema polacco dell’ultimo decennio, desideroso di criticare il proprio paese, imperniato spesso su atteggiamenti meschini della sua popolazione, attaccandolo nei punti dove si sente più forte e perfetto, come la religione cattolica. VALUTAZIONE 8,5/10

 

H.E.