MULHOLLAND DRIVE (2001) di David Lynch

Concepito come episodio pilota di una serie televisiva per dall’emittente ABC, con l’intento di ripetere il successo ottenuto da Lynch con I segreti di Twin Peaks, MULHOLLAND DRIVE rischiò di finire subito nel cassetto, vista la scarsa fiducia nel progetto da parte della ABC (preoccupata del suddetto episodio pilota troppo ermetico e lontano dagli standard televisivi fino ad allora conosciuti), decretandone lo stop dopo un solo episodio (mai trasmesso in TV). Per nostra fortuna il progetto non naufragò e Lynch trovo altri produttori che convinsero il regista a tramutarlo in un lavoro cinematografico. Il resto è storia del cinema recente.Questo noir inquietante segue diverse storia parallele che finiranno per incontrarsi e scontrarsi solo nella parte finale della storia.La prima segue le vicissitudini di una donna reduce da un incidente automobilistico sulla Mulholland Drive di Hollywood. La donna, in stato confusionale e priva di memoria, si introduce di soppiatto in una casa di Hollywood, approfittando dell’allontanamento della anziana padrona di casa. A sua insaputa la casa è destinata ad ospitare la nipote dell’anziana, un’attrice, Betty, la quale deve fare un provino grazie all’appoggio della zia, oramai ex attrice. L’incontro tra le due sarà inevitabile, e quando Betty scoprirà che la sua nuova coinquilina non ricorda nulla del suo passato prima dell’incidente decide di aiutarla. La seconda storia, raccontata in alternanza con la prima descritta sopra, segue le strane e tormentate vicende di un regista costretto a scegliere come protagonista una ragazza a lui sconosciuta, ma caldeggiata con la forza da parte di alcuni loschi e misteriosi individui. Altre due storie minori, vedono protagonisti un killer su commissione e un paio di individui in un bar (più una strega terrificante). Tutto quanto buttato nel calderone lynchiano per le prime due ore, finirà per evolvere e concludersi, intrecciando tutti i protagonisti presentati nella pellicola, nell’ultima delirante e inquietante mezz’ora ….. Non sapremo mai cosa avrebbe riservato l’eventuale serie TV, ma il film realizzato da Lynch è tutto tranne che improvvisazione o storia scritta in fretta e furia. Conoscendo le opere precedenti del maestro, la cura maniacale dei suoi lavori e la ricerca certosina di intrecci e capovolgimenti della mente a suo piacimento, MULHOLLAND DRIVE rasenta la perfezione, e chiude il cerchio di una filmografia noir estrema, iniziata con BLUE VELVET, proseguita con LOST HIGHWAY, dove tutte le atmosfere e caratteristiche del micro universo lynchiano (con le ampie tende rosse onnipresenti), troveranno sfogo e struttura in un film di favoloso auto citazionismo poderoso e destinato a fa godere in eterno gli estimatori di questo genio del cinema.ATTENZIONE SPOILER – La molteplice visione di questa pellicola non permette, per fortuna, una spiegazione e visione singola degli eventi narrati, anche se appare chiaro, grazie all’ultimo quarto d’ora, il nocciolo della storyline principale. I sensi di colpa, mostrati utilizzando un sogno/incubo della protagonista Betty Elms/Diane Selwyn, per aver commissionato l’omicidio della sua ex amante, finiranno per creare un micro mondo in un sogno a più strati e visioni, dove la bellissima Rita/Camilla Rhodes, finirà per rappresentare l’unica possibilità di redenzione per quanto desiderato alla fine da Betty, ormai decaduto quanto si recheranno a teatro (un luogo etereo tra la vita e la morte), e apriranno poi la enigmatica scatola blu. Simbolo fisico della verità sulla malata ossessione di Betty nei confronti di Rita, con fatale conseguenza per le sorti di Betty, logorata dalla colpa. Non tutto è un sogno nel film, ma diverse parti, se rappresentate in ordine temporale, racchiudono una storia triste della ricerca del successo, o meglio, della sua ingloriosa fine nel mondo plastico e vuoto di Hollywood, un sogno destinato a divenire un incubo per la maggior parte di aspiranti attori e registi. FINE SPOILER Non mancano, non poteva essere altrimenti, i frangenti grotteschi con personaggi stranianti e bizzarri, ma non per questo privi di inquietudine. Il cowboy, il nano (quello di Twin Peaks ovviamente), i fratelli Castigliane, rappresentano le sicurezze del cinema di Lynch, una maniera esagerata a volte di mostrare le personalità più eccessive della nostra società, in questo caso del cinema e dell’universo che lo circonda. Per ultimo, ma non per questo meno incisivo, il rapporto morboso e sensuale tra le due co-protagoniste, con alcune scene erotiche, di un’eleganza eccitante pazzesca e indimenticabile, rese sublimi grazie alle bellissime Naomi Watts e Laura Harring nei panni rispettivamente di Betty e Rita. Colonna sonora, favolosa, affidata come sempre al fidato amico Badalamenti, una garanzia di qualità e anche di continuità nei lavori di Lynch. Uno dei più grandi film del nuovo millennio, e tra i grandi capolavori del gigantesco David Lynch, uno dei registi migliori a presentare la realtà attraverso il sogno, la veglia e soprattutto gli incubi che pervadono la nostra mente. VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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