MUSARAÑAS (Shrew’s Nest) del 2014 di Juanfer Andrés & Esteban Roel

Il desiderio del cinema spagnolo (degli ultimi 40 anni) di evidenziare le moltepollici sfumature della dittatura franchista (Agustí Villaronga su tutti), unito alla piacevole esplosione horror/thriller del nuovo millennio, ha portato alla nascita di una pellicole più estreme e feroci delle filmografia ispanica. SHEW’S NEST (titolo internazionale) del 2014 è un horror psicologico ambientato incredibilmente nel medesimo luogo (un appartamento) agli inizi degli 50, in una Spagna sotto dittatura e costretta a vivere di nascosto relazioni e libertà di pensiero ma soprattutto di nascondere dalla luce del sole segreti inconfessabili. Un luogo, questo claustrofobico appartamento, piene di crepe interiori che affondano le proprie radici durante al guerra civile degli anni ’30, dove la sofferenza familiare genererà dei mostri, riflesso inevitabile del loro passato terrificante. Madrid, primi anni ’50. L’agorafobia di Montse la tiene chiusa da anni in un appartamento sinistro, impedendole di uscire nel mondo esterno. Il suo unico legame con la realtà è la sorella minore (divenuta maggiorenne), la quale ha perso la propria giovinezza crescendo secondo le folli regole della sorella maggiore. Un giorno, quando il giovane vicino Carlos cade dalle scale, Montse, con estrema fatica, lo trascina nel suo appartamento ed inizia a curarlo. Questo scatenerà una serie di ricordi nella mente di Montse, afferenti il padre scomparso durante la guerra civile e la madre defunta (morta mentre dava alla luce la sorella minore) ma sepolti a fatica nel passato, causa del suo male e di quello perpetrato alla sorella minore ….. Dopo un’ampia presentazione delle due sorelle (e delle loro molteplici sfaccettature psicologiche) della prima parte, il film scivola senza nemmeno troppi fronzoli in qualcosa di più oscuro, letale e horror, senza lesinare gore, splatter e violenza psicologica distruttiva oltre ogni limite. La verità rende liberi professava Gesù …. in questo caso il prezzo di tale libertà sarà un conto salato e che finirà per diventare un costante parallelismo con la succitata dittatura franchista, ligia nelle regole altrui ma sempre pronta a soffocare qualsiasi principio focoso di emancipazione. Appare Incredibile nel corso della pellicola che ad esercitare questa estrema dittatura familiare, sia una donna prigioniera di se stessa e delle proprie fobie e visioni distorte della realtà. L’escalation estrema raggiungerà il suo apice drammatico e scioccante proprio nel finale (la vera punta di diamante della pellicola), attraverso una chiusura del cerchio inizialmente inaspettata, attraverso la quale tutto (ma proprio tutto) troverà una spiegazione alle orrende visioni e inspiegabili aberrazioni psicologiche di Montse. Se soggetto e sceneggiatura brillano di luce estrema e catturano costantemente l’interesse dello spettatore (anche di quello più scafato e amante di sangue e violenza becera), il merito maggiore della forza magnetica di questa pellicola risiede nella prova attoriale impressionante ed estremamente coinvolgente di Macarena Gómez, capace di oscurare anche un attore dal carisma indiscusso come Luis Tosar (che troviamo nei panni del padre). Unica nota negativa (se così si può scrivere ma averne a centinaia così) del film, è proprio il finale elogiato sopra. Talmente esplosivo e disturbante da inficiare una seconda e desiderata visione. Un horror estremo … di serie A!! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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