MY LITTLE PRINCESS (2011) di Eva Ionesco

Quanto i traumi infantili siano destinati a lasciare un segno indelebile nella vita da adulti, lo dimostra ampiamente l’opera auto biografica della franco romena Eva Ionesco, ben nota anche in Italia negli anni ’70 per essere tra i protagonisti bambini/adolescenti di uno film maledetti del cinema italiano degli anni ’70: Maladolescenza.
La giovane Violetta e sua madre Hannah sono una coppia particolare. Violetta, dieci anni, vive una vita tranquilla con sua nonna, mentre sua madre Hannah è una fotografa imprevedibile che vive della generosità degli altri. Quando Hannah costringe sua figlia a posare come modella, in pose anche provocanti e ambigue, il rapporto tra le due inizia pian piano ad incrinarsi. Le immagini risultanti diventano rapidamente una sensazione unica e di rottura per la scena artistica alla moda della Parigi degli anni ’70, costringendo Violetta a ritrovarsi, contro la sua volontà, intrappolata nella sua nuova statura di musa …
Eva Ionesco da bambina e nemmeno adolescente ha battuto record non certo invidiabili, come la più giovane ad apparire in prima pagine nella celebre rivista Playboy. Tutte queste attenzioni sono figlie di un rapporto assai controverso e conflittuale con la madre, la fotografa Irina Ionesco, interpretata per l’occasione da una sempre eccezionale Isabelle Huppert, bravissima nel dare vita ad un personaggio non proprio limpido, figlio, come scopriremo strada facendo, anch’esso di traumi forse peggiori della figlia in passato. Tutto ciò non giustificherà affatto l’uso artistico al limite della figlia, in quanto il confine tra lecito e illecito nella moda e nell’arte di quel periodo, metà anni ’70, era spesso invisibile o meglio ancora di difficile comprensione per buona parte dell’opinione pubblica. E’ indiscutibile che l’uso della figlia Eva da parte della madre trattasi, senza dubbio alcuno, di violenza psicologica, attestata e confermata proprio da una sentenza postuma al film in oggetto, dove la madre sarà condannata a distanza di oltre tre decenni delle foto provocanti fatte alla figlia minorenne. Per quanto concerne la pellicola, si avverte di continuo che trattasi di un ‘fatto personale’ da parte della regista, in quanto viene messo sempre e comunque in risalto il difficile rapporto madre-figlia, oltre ad una faticosa ricerca della verità e giustizia all’epoca negata. MY LITTLE PRINCESS è un’opera che, per essere apprezzata a fondo, deve essere visionata conoscendo almeno i fatti più rilevanti del passato della Ionesco e sua madre, oltre ad un contorno artistico e culturale dell’epoca non esente da colpe.
Nonostante alcuni passaggi a vuoto ed altri ripetitivi, questa pellicola non esita a scavare, in maniera ruvida, nel passato assai doloroso di una bambina divenuta adulta sulle ceneri di un sacrificio artistico, dove incesto e pedofilia aleggiano costantemente minacciosi nell’aria, per nulla convenzionale e niente affatto invidiabile! VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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