NEL PIU’ ALTO DEI CIELI (1977) di Silvano Agosti

Restaurata in tempi recenti, finalmente, l’opera NEL PIU’ ALTO DEI CIELI, forse la più celebre e maledetta di Silvano Agosti, rappresenta al meglio un cinema italiano sperimentale e dai forti connotati politici, che ha raggiunto negli anni ’70 le sue vette più alte. Oggi sarebbe improponibile realizzare un’opera così controversa (pellicole similari odierne appaiono in effetti annacquate e troppo legate al maledetto ‘politicamente corretto’), imperniata su continue provocazioni, blasfemie e visioni decisamente estreme, che spaziano dal cannibalismo alla coprofagia, dalla misoginia alla pedofilia.
Un gruppo variopinto di persone si appresta ad essere accolto per un’udienza dal papa nella Città del Vaticano. Nel gruppo troviamo insegnanti, medici, preti, minori, politici, sindacalisti e suore. Arrivati nella “santa sede”, la pittoresca comitiva rimane bloccata in un enorme ascensore e costretta a convivere in maniera forzata per un tempo indefinito. Dopo un’iniziale fiducia, le varie personalità ed istinti primitivi prenderanno il sopravvento, dove abusi, omicidi e follia cancelleranno in pochi attimi centinaia d’anni di civiltà umana e rispetto reciproco ……
Un film grezzo, grottesco (dove tutto è permesso) e, come anticipato sopra, estremo, dove ognuno pensa per sé, infischiandosene dei principi di democrazia, moralità ed altruismo. Liberati dai freni imposti dalla società, dalla politica (comunismo e cattolicesimo è uno dei grandi tempi del film) o dalla religione, le peggiori perversioni associate a istinti primitivi occultati nei secoli e mai dimenticati, porteranno i nostri malcapitati ad uccidere, ad abusare sessualmente di minori (un prete violenta una ragazzina), a cibarsi di feci appena sfornate ed infine anche dei propri simili, senza tralasciare orge semi-sataniche ad alto tasso blasfemo. Tutto questo avviene nel luogo, considerato allora come oggi da milioni di fedeli, più “sano” e sacro del mondo: il Vaticano.
Società italiana e Chiesa cattolica dell’epoca sono il bersaglio nemmeno troppo velato di questa follia visiva, attraverso una rappresentazione feroce di un gruppo simbolico di italiano, dove tutto è mitigato dalla qualità non sempre eccelsa di regia e dialoghi (spesso fumosi), che però finiscono in secondo piano di fronte a tale imbarbarimento crudele dell’uomo “moderno”.

Il finale controverso e bizzarro, che ricorda vagamente lo stile fantozziano, finirà per ribaltare tutto. Non un capolavoro nel senso stretto bensì una pellicola da visione estrema obbligatoria! Culto assoluto del nostro cinema anticonvenzionale!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

Link: INSTAGRAM FACEBOOK LETTERBOXD IMDb TRAILER