NEVER GROW OLD (2019) di Ivan Kavanagh


Il regista irlandese Ivan Kavanagh, dopo il weirdissimo TIN CAN MAN e l’horror THE CANAL, alza l’asticella estrema e della qualità con un western estremo solido e pessimista, avaro di colori vivaci e immerso in un putrido abisso di oscurità, fango, fuoco, sangue e violenza senza fine. 
Seconda metà del XIX secolo nel selvaggio west. Una piccola cittadina quasi fantasma di nome Garlow è un luogo privo di vizi, dove tutti seguono con inerzia le regole rigide imposte dal pastore locale. Tra i suoi fedeli troviamo Emile Hirsch, il becchino della città, e la sua famiglia. Emile ha una moglie adorabile, due bambini e un’umile dimora. Consapevole della miseria che circonda la sua famiglia, Emile sogna di andare in California, mentre la moglie è fiduciosa del futuro, di entrambi e dei loro due figli, nella piccola cittadina di Garlow. Le cose cambieranno improvvisamente e senza preavviso, quando giungerà, in una notte piovosa e nera come la pece, in città Albert, un losco individuo affiancato da due tagliagole dall’aspetto poco raccomandabile, un muto ed in italiano. L’attività di Emile finirà per crescere portando soldi nelle sue tasche ma anche un rapporto in bilico tra lui e Albert, destinato, con l’aumento dei cadaveri, a mettere in pericolo la sua famiglia e quella pace tanto ricercata …….<br>Un’opera pessimista ma specchio fatale di una frontiera americana mai dimenticata e vista ancora oggi come un’epopea unica ed irripetibile, capace di regalare grandi sogni ma scavare tantissime tombe e costruire forche al centro delle città di frontiera. Alla base della storia narrata troviamo la nascita di un sistema malavitoso e criminale, incarnato a meraviglia da un John Cusack mai così malvagio nei panni dell’olandese Albert, che nasce, nel film come nella vita più disagiata, per dei favori che non si possono rifiutare ma che sono destinati a ritornare indietro come un boomerang di guai senza fine. Nel mezzo di un storia di per sé semplice, una serie di personaggi figli degli eventi catastrofici che vedono nella legge del più forte l’unica ed inevitabile linea di condotta. L’evoluzione di Emile (interpretato da un ottimo Emile Hirsch) tutt’altro che cuor di leone, sarà emblematica, naturale e ovviamente inevitabile. Per giungere ad essa però il percorso scelto da Ivan Kavanagh risulta quanto mai riuscito e stratificato, mostrando un cane di paglia del western come tantissimi altri, pronto a mordere quando la coda gli viene calpestata, o peggio ancora tagliata. Cupo, sporco, privo di luce (se non quella del ‘fuoco sacro’) ed a tratti claustrofobico, questo western, che alterna con disinvoltura ed efficacia il dramma al revenge estremo (cadaveri devastati a ripetizione e sangue come se piovesse), finirà per trascinarci in un mondo selvaggio, privo di etica, morale, giustizia e salvezza alcuna. Gran film! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.