PAESE DEL SILENZIO E DELL’OSCURITA’ (Land des Schweigens und der Dunkelheit) del 1971 di Werner Herzog


Herzog assieme a Frederick Wiseman rappresenta un punto di riferimento fondamentale e imprescindibile per il genere documentaristico, estremo ma non solo. Dopo aver partorito il folle ANCHE I NANI HANNO COMINCIATO DA PICCOLI, nel 1970, il regista tedesco sforna l’anno successivo il suo primo documentario (esclusi vari lavori precedenti per la tv), destinato a diventare una delle sue opere più profonde, importanti e rilevanti di una carriera ultra cinquantennale, senza dubbio tra le più significative nella storia del cinema. PAESE DEL SILENZIO E DELL’OSCURITA (titolo italiano) mostra ‘senza filtro’ la storia incredibile di una donna cinquantaseienne tedesca, sordo-cieca dall’età di 18 anni a seguito di un incidente domestico avvenuto all’età di 15 anni (una caduta dalle scale). ‘Senza filtro’ perché se si hanno visionato, fortunatamente, i successivi documentari di Herzog, si noterà un approccio più passivo e meno determinante alle dinamiche dei protagonisti documentati. Se da una parte questo mostra appunto un Herzog più giovane e meno invasivo nei confronti del soggetto, dall’altra ci permette di visionare al meglio una realtà sorprendente e strabiliante afferente una donna dotata di caparbietà, tenacia e con una intelligenza fuori dal comune. Fini Straubinger non solo riesce a comunicare con tutti i sordo ciechi grazie alla traduzione tattile (tecnica comunicativa derivata da quella creata dall’italiano Malossi, dove ad ogni punto della mano corrisponde una lettera e perfezionata dalla stessa Fini) e con gli altri grazie ad una proprietà di linguaggio di altissimo livello, nonostante da quasi quarant’anni non sia più in grado di ascoltare la propria voce. La donna inoltre è la rappresentate in Baviera della lega dei sordo ciechi, dedicando così tutta la sua vita ad aiutare chi è finito nel paese del silenzio e dell’oscurità, cadendo in un mondo di incomunicabilità con il mondo esterno spesso dalla nascita. Nella prima parte Fini Straubinger racconterà la sua triste storia, fatta di paura quando non riusciva, a seguito dell’incidente sopra citato, con i suoi familiari e amici. Inoltre fu costretta per diversi anni a rimanere immobilizzata a letto, subendo terapie mediche obsolete che finirono per peggiorare la sua situazione fisica. Fini Straubinger però, consapevole della sua situazione non si perse d’animo e lotto con tutte le sue forze per riuscire a trovare un metodo per comunicare, farsi capire e soprattutto diventare una paladina di chi, come lei, era costretto a rimanere forzatamente isolato dal mondo per colpe non proprie ma per un handicap visto da molti come un problema irreversibile. Il documentario è una vera altalena di emozioni. Dal suo primo viaggio in aereo all’incontro con degli animali in uno zoo, fino alle sue relazioni di lavoro per supportare le persone come lei, dimostrando una pazienza e un’umanità speciale, abilmente catturata da un Herzog giovane ma già abilissimo a catturare dettagli e particolari invisibili in superficie. Un’opera necessaria (oggi più che mai), potente, estremamente positiva e immortale, in grado di emozionare, commuovere e stupire come pochissime altre! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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