PHOENIX (Il Segreto del suo volto) del 2014 di Christian Petzold

Speak low when you speak love
Our summer day withers away too soon, too soon
Speak low when you speak love
Our moment is swift, like ships adrift, we’re swept apart, too soon.
Speak low, darling, speak low
Love is a spark, lost in the dark too soon, too soon
I feel wherever I go
That tomorrow is near, tomorrow is here and always too soon.
Time is so old and love so brief
Love is pure gold and time a thief.
We’re late, darling, we’re late,
The curtain descends, everything ends too soon, too soon.
I wait, darling, I wait,
Will you speak low to me, speak love to me and soon…

Questa volta partiamo dalla fine per descrivere questo film. Tutto ma proprio tutto, di quanto creato in quest’opera prima degli ultimi 5 minuti …. è stato messo in piedi per esaltarli. A mani basse uno dei finali della storia del cinema recente più intensi, emozionanti e poetici … roba da lasciare attoniti, sospesi e anche felici per diverse ore. Tutta questa estasi cinematografica avviene nonostante il film, pur essendo di altissimo livello, aveva fino a quel punto lasciato dell’amaro in bocca o, perlomeno, diversi elementi forzati sulla vicenda (a sua volta ispirata vagamente ad un romanzo francese degli anni ’60).
1945. Berlino anno zero. Nelly Lenz, un’ebrea sopravvissuta ai campi di concentramento, con il volto gravemente sfigurato e dopo un intervento di ricostruzione facciale, si mette alla ricerca del marito Johnny, con il quale ha perso i contatti due anni prima quando fu catturata dai nazisti. Quando lo ritrova, nonostante la donna innamorata di lei che l’ha curata tutelando continuamente il suo cospicuo patrimonio ereditato non sia d’accordo con il loro riavvicinamento, deve però confrontarsi con un’amara verità. il suo Johnny, che lavora come sguattero nel locale notturno Phoenix, non la riconosce più. Questo però, considerando la grande somiglianza fisica che Esther (così si fa chiamare per celare la sua identità) ha con la moglie che crede defunta, le propone di spacciarsi per lei al fine di rivendicarne la l’eredità. Nelly diventerà così una copia sbiadita di se stessa, con la speranza di scoprire i veri sentimenti perduti o, malauguratamente …. i tradimenti del consorte …….
Senza dubbio la canzone SPEAK LOW di Kurt Weill e Ogden Nash (divenuta un simbolo contro la guerra), presentata sopra, finirà per ronzare in testa a lungo a fine visione. Senza mostrare mai nessuna violenza della guerra, escluse le macerie di una Berlino distrutta o il volto tumefatto di Nelly a fine operazione, PHOENIX è una pellicola che sfiora l’estremo, quasi lo accarezza speranzosa (come farà la sua apparentemente fragile protagonista nei confronti del suo marito perduto Johnny) che tutto sia lasciato definitivamente alle spalle e che molte cose siano state solamente un brutto sogno. Purtroppo questo non sarà possibile (l’ombra nefasta della morte non svanorà mai) ma sarà l’apparenza dell’assurda testardaggine della bella protagonista ad adagiarci, pensando a lungo di vedere una storia romantica destinata miseramente ad un patetico finale, capace di chiudere un occhio su tutto in nome dell’amore o, peggio, sull’illusione meschina dello stesso. Se da una parte il film presenta una parte di tedeschi che a tutti i costi volevano mettere una pietra sopra sulle loro colpe, dall’altra questo film mette in piedi, in maniera maestosa, un bisogno necessario di verità, da non confondere con il perdono o peggio ancora … con l’amore bugiardo! Un film d’altri tempi e con un finale così maledettamente intenso, semplice ed emozionante ….. merita, assieme all’attrice Nina Hoss (eccezionale nei panni della protagonista Nelly), il massimo dei voti senza esitazione alcuna!! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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