PLANK FACE (2016) di Scott Schirmer

 

Il terzo lungometraggio estremo di Scott Schirmer, dopo il poderoso FOUND e lo straniante HARVEST LAKE, è nuovamente una rivisitazione di generi e situazioni onnipresenti in tantissimi horror, slasher e film estremi del passato, rimescolati però in un contesto evolutivo e animalesco originale, nonostante la semplicità nell’ambientazione e nei pochi dialoghi presenti.
Dopo un inizio shock, che vede protagonista una giovane coppia mentre sta facendo sesso di notte nel bosco e finisce massacrata da un uomo corpulento mascherato con una corteccia, seguiamo una coppia di campeggiatori, Max e Stacey, che si accinge ad addentrarsi in un bosco in un giorno come un altro. Dopo una spiacevole disavventura con un altro campeggiatore, Max finisce per essere catturato da una banda di donne selvagge e lentamente trasformato per assumere il ruolo di patriarca come inseminatore per la famiglia di donne cannibali ……..
Rimanendo fedele al suo stile indipendente e senza compromessi, Schirmer presenta una storia primitiva e disumana, che potrebbe essere ambientata facilmente migliaia di anni fa, considerando l’anomalo gruppo ‘familiare’ composto dalle donne rimaste orfane dell’uomo destinato a far proseguire la loro ‘specie’. La disumanizzazione del povero Max, trasformato nell’uomo corteccia e nuovo patriarca familiare (costretto a mangiare i testicoli altrui per ottenere maggiore virilità), rappresenta la spina dorsale trascinante di tutta la storia, resa possibile da un ritmo tutt’altro che frenetico, un’ambientazione più naturale e primordiale possibile dai colori caldi e passionali, che ricordano continuano elementi naturali come la terra, il fuoco e appunto gli alberi (con la maschera di corteccia) simbolo di prosperità ciclica senza fine.
Naturalmente se abbiamo ammirato e ci siamo innamorati di FOUND, una delle pellicole horror indie più potenti di sempre, questo PLANK FACE può apparire a prima vista come un passo indietro e alquanto differente, ma analizzato e considerato il sopra citato ritmo blando e la genesi del ‘mostro’, presenta molteplici similitudini e peculiarità mostrate nel film più celebre di Schirmer.
Ambientazioni naturali dal grande fascino a costo zero e di sicuro impatto estetico, intense scene erotiche e carnali mai banali, torture estreme tostissime, validi effetti splatter e gore, pochi ma buoni, ed un finale lapidario e feroce, non lasceranno delusi gli ammiratori di Schirmer e del cinema horror indipendente di qualità. Pellicola apprezzata non poco e promossa senza esitazione alcuna! VALUTAZIONE 8/10

 

H.E