POSSESSOR (2020) di Brandon Cronenberg

 ‘Più a lungo rimane connesso, maggiore è
il rischio per il suo cervello’


Nel cinema la fretta è spesso una cattiva consigliera. Brandon Cronenberg, figlio del geniale David, re del body horror e tra i più importanti registi della storia del cinema, ha atteso otto lunghi anni prima di cimentarsi con un nuovo lungometraggio (scritto completamente da lui), dopo il convincente esordio ANTIVIRAL del 2012 .
‘Data mining’, ‘Body hopping’, ‘VR’, ‘Body horror’, ‘spionaggio industriale’ e altre tematiche estreme, fantascientifiche e anche attuali troveranno ampio spazio in questo poderoso e inquietante thriller cyperpunk ‘spacca cervello’ (in tutti i sensi). Una pellicola rivolta al futuro ma con un occhio attento al presente, dove social network e colossi della comunicazione non esistano a sfruttare ogni occasione per entrare di prepotenza nelle nostre menti per fini consumistici, commerciali ed economici.
Vos lavora per conto di una multinazionale che usa la tecnologia delle protesi cerebrali per spingere i corpi di altre persone a commettere omicidi a beneficio dell’azienda. Pur completando una delicata missione, qualcosa si insinua nella mente di Vos, mettendola in crisi mentale quando ritorna a casa nella sua famiglia. Nella nuova missione, dove un uomo, Colin, deve uccidere il suocero, capo di una multinazionale del ‘data mining’, Vos finisce intrappolata nel corpo di Colin, la cui identità lotta con caparbietà contro la sua, rischiando così di comprometterla per sempre ……
GHOST IN THELL incontra THE MANCHURIAN CANDIDATE in questo sci fi estremo, dove sangue, sesso, violenza e visioni alienanti finiranno per travolgere e coinvolgere anche lo spettatore avvezzo e scafato al cinema più lisergico e visionario. L’inizio shock, con un’esecuzione brutale che finirà per diventare solo la prima di tante altre, mette subito le cose in chiaro su cosa ci aspetta successivamente. Conquistare fette di mercato e aziende tramite l’inganno e la violenza, non guarda in faccia nessuno, nemmeno se a farne le spese con la vita sono uomini, donne o bambini. Un’azienda in possesso di una nuova tecnologia, invadente e invasiva come un virus, non esita a uccidere ‘senza sporcarsi le mani’, quando questo è possibile. Un parallelo inquietante con molte multinazionali legate proprio a quella ‘new economy’ che appare sorridente e sicura davanti ma alle spalle non esita a divorarti. Come gli addetti costretti a ‘pulire’ le peggiori schifezze del web, l’agente e serial killer a distanza del film, Vos (una straordinaria Andrea Riseborough), considerato lo stress inevitabile subito a seguito delle sue azioni, è costretta a fare i conti con delle devastanti contro indicazioni. Un ‘déjà vu estremo’ già visionato in Twin Peaks, nella lotta nel limbo tra l’agente Cooper e Bob, dove i ricordi di entrambi, l’invadente e l’invasato, finiranno per sovrapporsi e combattere ferocemente tra loro, Un body horror cibernetico dai risvolti imprevedibili, fondato sulla violenza e sull’istinto di sopravvivenza, simboleggiato quest’ultimo nella lotta feroce del posseduto al suicidio. Feroce e contorto fino alla fine, dove la spiegazione sarà lasciata piacevolmente in mano allo spettatore, POSSESSOR è un film che, pur attingendo da molteplici fonti (cultura cyberpunk, capitalismo selvaggio, spionaggio e horror estremo), risulta originale e senza freni, nella violenza visiva (alcune sequenze non hanno nulla da invidiare agli horror indie più brutali, con quantità esagerate di gore e splatter), nell’uso senza freni della tecnologia e nelle scene disturbanti al limite (esempio, lo scontro finale). Un nuovo grande film estremo, imprevedibile, maledettamente stimolante e visivamente affascinate, destinato senza dubbio a lasciare ampiamente soddisfati, nuovamente, i tantissimi estimatori della famiglia Cronenberg!! Bomba!!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

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2 Risposte a “POSSESSOR (2020) di Brandon Cronenberg”

  1. Antiviral mi era piaciuto molto quindi sicuramente guarderò anche questo. Sembra tra l’altro che qui si sia rifatto molto alle tematiche del padre.

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