RABBIT (2017) di Luke Shanahan

Il rapporto telepatico affiancato al concetto ‘medesima anima in due corpi diversi’ dei gemelli, ha sempre affascinato psicologi, biologi e probabilmente tutti. Dal celebre romanzo ‘I RAGAZZI VENUTI DAL BRASILE’ di Ira Levin (divenuto poi un famoso cult movie) al recente e strabiliante documentario ‘THREE IDENTICAL STRANGERS’ di Tim Wardle, queste tematiche sono state trattate e analizzate in maniera spesso fantastica ma forse non troppo lontana dalla verità. L’opera prima dell’australiano Luke Shanahan è un horror psicologico che si nutre di quanto sopra. un film alquanto snervante nella forma, con cambi di ritmo e continui flashback spiazzanti, contorto nei contenuti e con frangenti sicuramente brillanti e momenti ad alta tensione di sicuro impatto. Il tutto accompagnato da una fotografia di livello, ansiogena e mefistofelica, e soprattutto da una prova attoriale di valore, da parte della protagonista (l’attrice Adelaide Clemens), profonda e mai banale, in quanto capace di recitare in entrambi i ruoli (delle due gemelle) con estrema efficacia.
Si avvicina il primo anniversario del rapimento della sorella gemella e Maude continua a essere perseguitata dalle visioni di quanto accaduto. Convinta che la gemella sia ancora viva, Maude inizia a seguire una serie di indizi che la porteranno a scoprire che una sorta di società segreta la sta seguendo da vicino e che il suo destino è intrinsecamente legato a quello della sorella……..
Un film drammatico dalle fortissime venature horror, con rimandi anche al famoso Martyrs di Pascal Laugier ed alla società segreta, dal sapore onnipotente, assetata di verità per oscuri e utopici desideri di onnipotenza mistica.
Sei i pregi sono molteplici, non mancano i difetti. Dovuti principalmente ad una sceneggiatura forzatamente articolata e con troppi colpi di scena, destinati alla lunga a stancare e non valorizzare quelli effettivamente meritevoli, proprio nel finale.
Non mancano le scene violente, da buon horror australiano, ed i personaggi impazziti e bislacchi, contorno perfetto per una setta anomala e decisamente malata in stile, impossibile non citarlo, Dott. Mengele.
Un dramma horror dalla forte componente psicologica più che discreto, che alterna sequenze estreme ed affascinanti ad altre poco memorabili. VALUTAZIONE 7,5/10

 

H.E.

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