RAVENOUS (L’Insaziabile) del 1999 di Antonia Bird

Uno degli horror western più estremi e originali di sempre è senza dubbio RAVENOUS (L’Insaziabile). Uscito in periodo storico avaro di opere western, questa pellicola selvaggia, folle e di forte atmosfera, prende ispirazione da due cardini estremi della storia e mitologia americana, come la spedizione Donner ed il Wendigo., rielaborandoli attraverso un percorso coinvolgente ed imprevedibile. Se il primo riferimento è afferente ad una tragica storia di pionieri americani di metà ‘800, che ricorsero al cannibalismo per sopravvivere, il secondo riguarda una delle figure mitologiche più inquietanti ed allo stesso affascinati della mitologia di nativi americani, ovvero di un uomo trasformato in demone dopo aver praticato il cannibalismo.
Dopo aver ricevuto notizie di persone scomparse a Fort Spencer, un remoto avamposto dell’esercito sulla frontiera occidentale, il capitano John Boyd indaga. Dopo essere arrivato al suo nuovo incarico, Boyd e il suo reggimento aiutano un uomo di frontiera ferito e dall’aspetto sinistro, di nome Colqhoun, che racconta una storia terrificante di un gruppo di pionieri assassinato dalla sua presunta guida, un malvagio colonnello dell’esercito americano impazzito. Temendo il peggio, il reggimento si dirige nel deserto per verificare le raccapriccianti affermazioni……….<br>RAVENOUS, forte di due attori di prim’ordine come Guy Pearce e Robert Carlyle, è un film dalle fortissime ambientazioni selvagge e primitive, tipiche dell’ovest americano (anche se girato in Europa), dove proprio la connessione tra natura incontaminata (assai pericolosa) e sopravvivenza umana ad ogni costo, delirante ed indirizzata al cannibalismo più famelico, proietteranno lo spettatore a confrontarsi con un’idea malsana e aberrante: mangiare quello che siamo. Un concetto fortemente presente ed imposto quasi come fosse naturale, normale e assolutamente inevitabile. Se succosi pezzi di carne umana, pentolini perennemente in ebollizioni impreziositi da succulenti pezzi di stufato umano e sangue usato per dissetarsi non mancheranno mai, il pezzo forte finirà per diventare il rapporto simbiotico e perverso tra Colqhoun e Boyd, reso ancora più accattivante ed inquietante dal twist a metà pellicola, uno dei momenti più scioccanti e sorprendenti di questa storia agghiacciante. Ritmo e azione tipiche dello slasher movie, arricchito però da trame e sotto trame che spaziano, oltre al cannibalismo, dal trauma post bellico (in questo caso la guerra americano- ispanica di metà ‘800) alla leggende dei nativi americani, dalla fondazione di un gruppo di ‘uomini nuovi’ a frangenti stranamente ironici tipici della black comedy (l’assaggio finale su tutti). Quest’ultimo aspetto è sicuramente merito dell’insaziabile Colqhoun, capace di inquietare e strappare anche qualche sorriso, grazie ad un fisico non certo imponente ed intimidatorio ma con una verve sinistra quasi mefistofelica.
Tutto il cinema horror western degli anni 2000 è sicuramente in debito con questa pellicola della regista Antonia Bird (che rimane ancora oggi la sua migliore), in quanto la commistione tra generi diversi, storie e leggende americane, finirà per rappresentare un punto di riferimento imprescindibile, grazie anche ad una colonna sonora eccelsa nel esaltare i frangenti più inquietanti e selvaggi, per tutte le pellicole estreme ambientate nel selvaggio west negli ultimi vent’anni. ‘Bon appétit … eat or die’! VALUTAZIONE 4/5

H.E.