RELIC (2020) di Natalie Erika James

Gli appassionati del cinema horror sanno bene che ogni film dell’orrore partorito dall’Australia merita una particolare attenzione, in quanto il rischio di rimanere delusi è ridotto ai minimi termini …. RELIC infatti, non delude! Un’opera prima che abbraccia dramma e horror sovrannaturale con eleganza e rara efficacia, soprattutto perché non scivola mai su stilemi classici del cinema horror americano recente alla The Conjuring o Annabelle.Quando Edna, l’anziana e vedova matriarca della famiglia, scompare, sua figlia Kay e sua nipote Sam si recano nella loro remota casa di famiglia per trovarla. Poco dopo il suo improvviso ritorno, iniziano a scoprire una presenza sinistra che perseguita la casa e prende il controllo dell’anziana matriarca …..Se THE TAKING OF DEBORAH LOGAN affrontava la demenza rimanendo confinato solo nel pianeta horror (found footage, jumpscares), con l’obiettivo di spaventare a tutti sminuendo l’orrore di una malattia come l’Alzheimer e demenza annessa, con RELIC finiamo per scivolare su terreni più consoni alla realtà, non rinunciando a metafore ultraterrene e frangenti surreali alquanto destabilizzanti, disturbanti e inquietanti. Per analizzare al meglio RELIC possiamo scindere reale e irrazionale. Il primo è attinente ad un male ereditario, la demenza, difficile da accettare ma che va considerato come un male destinato ad abbracciare diverse generazioni familiari. Un male che finisce per assimilare ricordi terribili d’infanzia attraverso oggetti (la reliquia del titolo è un vetro colorato che legherà irrimediabilmente passato e futuro della famiglia di Kay) e soprattutto la casa di famiglia. Proprio questa finirà per diventare la chiave estrema per fagocitare (stile LA CASA NERA o il più recente GIRL ON THE THIRD FLOOR) le paure generazionali su questa malattia reale (con quelle macchie di muffa atte a simboleggiarla ovunque) e trasformala in qualcosa di logorante, ansiogeno e terrificante prima nell’anima e poi nel corpo. Inizia proprio a mezz’ora dalla fine quel viaggio irreale e sovrannaturale citato in precedenza (il pezzo forte della pellicola), creato abilmente attraverso un percorso che mescola atmosfere ‘lynchiane’ e horror di nuova generazione alla THE WITCH, regalando così un mix perfetto di paura, ansia e paranoia illogica, destinato a finire con un’immagine poetica, triste ed estremamente drammatica densa di significati fortissimi. Una chiusura perfetta e originale su una storia che che tratta con intelligenza tematiche familiari che spaziano dai sensi di colpa alla paura della solitudine, dai ricordi dolorosi sepolti inconsciamente nel passato al desiderio umano di rimediare ad essi. Per rendere al meglio tutto questo, oltre alla creazione di una grigia atmosfera claustrofobica, siamo al cospetto di tre interpretazione (madre, figlia e nipote) di altissimo livello e di fortissima simbiosi familiare e generazionale (non solo il finale). RELIC è una gradevolissima sorpresa estrema, drammatica e psicologica, destinata a ritagliarsi nel tempo uno spazio d’onore nel neo horror australiano. Vedere per … ‘credere’!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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