REVOLVER (Blood in the Streets) del 1973 di Sergio Sollima

In un periodo storico italiano unico per il genere poliziesco, gli anni ’70, uno dei migliori autori del cinema di genere, Sergio Sollima (padre di Stefano, regista di Suburra), tirava fuori dal cilindro una vera e propria perla: REVOLVER! Un noir di forte matrice politica e di oscure trame internazionali afferenti il monopolio dell’energia da parte di un oliato sistema ben determinato. Non è un caso se Enrico Mattei (noto imprenditore dell’energia e politico italiano morto nel 1962 in circostanze poco chiare) viene abilmente citato in un momento cruciale della pellicola. Tre storie diverse, a cavallo tra Francia ed Italia, finiranno per intrecciarsi tra loro. la prima riguarda due banditi in fuga da una rapina finita male, dove uno dei due, ferito a morte, viene seppellito dall’amico ai bordi di un fiume presso la campagna italiana. La seconda vede l’omicidio di un noto petroliere da parte di un misterioso malvivente. La terza vede protagonista un vide direttore del carcere di Milano, Vito Cipriani, al quale viene rapita la moglie per costringerlo a liberare un uomo incarcerato presso la prigione dove lavora. L’uomo da liberare è Milo Ruiz, lo stesso che aveva seppellito l’amico lungo un fiume italiano, il quale a sua volta è stato riconosciuto colpevole, mesi dopo, dell’omicidio del petroliere sopra citato ….Forte di due figure carismatiche come Oliver Reed, nei panni di Cipriani, e di fabio Testi, in quelle di di Ruiz (una chicca la sigaretta che cade sempre in piedi da parte sua), Sollima riesce a mantenere vivo l’interesse dello spettatore, nonostante alcuni frangenti forzati ed evitabili (la fuga lungo le Alpi o il tira e molla con i rapitori nella prima parte), fino al vero pezzo forte del film: il finale, spietato ed amaro. Questo è reso grande senza dubbio da quanto seminato in precedenza, per quanto concerne l’oscura trama del sistema succitato simile alle ‘sette sorelle’ dell’epoca (le compagnie statunitensi che detenevano il monopolio di fornitura sull’Europa occidentale di petrolio). Come ogni buon poliziesco dell’epoca, inseguimenti mozzafiato, fughe rocambolesche e scontri a fuoco non mancano, come bellezze al naturale senza veli e torbidi intrigo di potere (con la mafia siciliana annessa) immersi nella corruzione più viscida. Da sottolineare la riuscitissima colonna sonora di Ennio Morricone, dove l’ultima traccia sarà ripresa anche nel BASTARDI SENZA GLORIA di Tarantino, l’ennesima dimostrazione di quanto il cinema italiano di genere del passato abbia influenzato pesantemente il celebre regista americano. REVOLVER è un grande film che avrebbe meritato sicuramente, considerata la trama brillante e mai scontata, lo stesso riconoscimento di critica e pubblico (anche odierno) di altri grandi film italiani dell’epoca (ad esempio MILANO CALIBRO 9, con il quale condivide personaggi rocciosi oltre ad una epilogo feroce e decisamente sorprendente). Notevole! VALUTAZIONE 9/10

H.E.