SAINT MAUD (2020) di Rose Glass

“Nessuno vede quello che non vuole vedere” La fusione tra horror e fede, da sempre, ha dato vita a opere cinematografiche sensazionali e destinate a lasciare un segno indelebile nella storia del cinema. Dall’immortale THE EXORCIST del maestro William Friedkin al più recente THE VVITCH del prodigio Robert Eggers, dal disturbante horror psicologico NOTHING BAD CAN HAPPEN al drammatico FIRST REFORMED di Paul Schrader fino al leggendario THE DEVILS di Ken Russel, la lista è lunga, corposa e assai diversificata. L’opera prima, per quanto concerne i lungometraggi, della britannica Rose Glass, oltre a non sfigurare se confrontata con i titoli sopra citati, rischia di lasciare un solco indelebile nel cinema horror ed estremo dei nuovi anni ’20.SAINT MAUD, nome che richiama sin da subito alla memoria la caritatevole figura di St. Maud, figlia del conte Sassone Teodorico e vissuta nel ‘900, riesce incredibilmente ad aprire nuovi orizzonti narrativi per quanto concerne il connubio tra sacro e profano, presentando una storia di fede estrema associata ad un’ossessione intrecciata al dolore e di conseguenza alla beatificazione salvifica, la quale richiamerà alla memoria nientemeno che la figura storica di Giovanna D’Arco. Avendo recentemente trovato Dio, la modesta e giovane infermiera Maud arriva in una lussuosa casa per prendersi cura di Amanda, una ballerina edonista rimasta fragile a causa di una malattia cronica. Quando un incontro casuale con un ex collega fa riemergere il suo passato oscuro e tragico, diventa chiaro che c’è di più nella dolce Maud di quanto non sembri, destinandola così a qualcosa, secondo lei, di religiosamente immenso e ….. allo stesso tempo estremo! Diviso in due parti, di circa 40 minuti ciascuna, la prima drammatica la seconda più horror ed estrema, la pellicola, attraverso una fotografia claustrofobica, cupa e poco illuminata (che ricorda a tratti le opere più oscure e morbose di Peter Strickland), ci trascina lentamente nei meandri della mente di Maud, la quale, su indicazioni della voce del divino, è determinata nella sua missione di salvare l’anima perduta della sua nuova padrona. La preparazione all’esplosiva parte finale (similare alla struttura de L’ESORCISTA citato in precedenza) è stupefacente. Dai rumori naturali enfatizzati sempre da una colonna sonora incisiva e penetrante di rara efficacia, dall’ambientazione soffocante e avvilente che avvolge Maud e la sua padrona morente, niente viene lasciato al caso, soprattutto per quanto concerne la sua missione, figlia di un recente passato doloroso e che la porterà al martirio psicologico prima e fisico poi. Un dolore visto come una benedizione delirante da Maud e come una noiosa seccatura da parte della sua padrona, inconsapevole quest’ultima di cosa rappresenta per la sua nuova infermiera personale. La rottura delle due segnerà l’inizio di una nuova storia, più convenzionale per quanto concerne l’horror psicologico afferente fede, autolesionismo e visioni scioccanti (almeno per chi le vuole vedere e sentire) ed in parte prevedibile e inevitabile nell’atto finale. Una conclusione, giunta dopo una serie di eventi e dialoghi poco rassicuranti, che non scalfisce il fascino oscuro della componente drammatico-psicologica che tanto ci ha rapito in precedenza. Il pezzo forte della pellicola, oltre allo shock traumatico immerso nel sangue e nella violenza dello scontro, è rappresentato da qual dialogo sovrannaturale che appare gemello e forse citazionista di quello avvenuto tra la strega e il demonio in THE VVITCH. Quest’ultima forse, è l’unica pellicola paragonabile, pur trattando tematiche differenti, a questa nuova sorprendente opera mistica e autodistruttiva, dove body horror, visioni mistiche, surreale, analisi pseudo cristologiche e caritatevoli, mettono in risalto una solitudine logorante e delirante della protagonista, resa al meglio da un’interpretazione viscerale e fenomenale da parte dell’attrice Morfydd Clark. Un film dove reale e surreale, dove le opere di William Blake aleggiano minacciose nell’aria, si scontrano magistralmente attraverso un sistema di autodifesa personale, filtrato attraverso un percorso di fede e auto punizione figlio di una tragedia piscologica irrimediabile. Una nuova pellicola, dal sapore antico ma proiettata decisa verso nuove frontiere ‘horror religiose’, da …. amore estremo a prima vista!!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

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