SANPA – Luci e tenebre di San Patrignano (2020) di Cosima Spender

Adesso anche l’Italia ha la sua docu-serie targata Netflix e …. è subito polemica. Non poteva essere altrimenti, considerato tematiche e personaggi trattati che hanno segnato pesantemente cronaca e società italiana negli anni ’80 e ’90, ovvero la comunità per il recupero dei tossicodipendenti di San Patrignano fondata nel lontano 1978 da Vincenzo Muccioli.Negli anni ’70 italiani, di forti contrapposizioni politiche, estreme, segnati dal terrorismo nostrano, con la malavita che imperversava da Nord a Sud, l’eroina finì per devastare intere generazioni di giovani, nella grandi città ma anche nelle piccole province. Senza una chiara risposta dalla Stato sul ‘problema’ dei tossicodipendenti di eroina, quasi dal nulla apparve sul finire degli anni ’70 una piccola comunità di recupero, inizialmente solo agricola, fondata da un uomo poco più che quarantenne, Vincenzo Muccioli. Un uomo carismatico, visionario e dall’aspetto imponente che nel giro di pochi anni finì per accogliere nella sua comunità prima centinaia e poi migliaia di tossicodipendenti con l’obiettivo di curarli dal male che li avrebbe condotti senza dubbio ad una morte certa. Un piccolo eden che finirà per attirare ben presto l’attenzione dei media, di facoltosi finanziatori, di celebrità (con figli tossicodipendenti). Non tutto però è oro che luccica e i metodi duri, primitivi e autoritari di Muccioli, finiranno per causare non poche grane alla comunità ed al suo progetto. Negli anni successivi, di pari passo alla gloria ed alla influenza socio-politica sempre maggiore della figura di Muccioli, lo stesso subirà diversi processi e inchieste afferenti torture, omicidi e misteriosi suicidi avvenuti all’interno della comunità. Ecco così un viaggio nel tempo di quasi due decenni della storia italiana, tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’90, dove sono ripercorse luci (tante) e ombre (tantissime) di una figura centrale per quanto concerne l’eroina ed il recupero come Vincenzo Muccioli, intrecciate a tantissime storie di protagoniste primari e secondari che hanno orbitato attorno al celebre ex podere sito nelle colline del comune di Coriano.Partendo da uno stile estetico e narrativo simile a quello di WILD WILD COUNTRY (la serie Netflix dedicata alla figura di Osho Rajneesh), SANPA segue gli eventi accenti in precedenza in maniera rigorosamente cronologica, cercando, a fatica, di lasciare allo spettatore il giudizio finale su un personaggio centrale della storia italiana come Muccioli, dei suoi metodi ‘estremi’ per il recupero e dei suoi tantissimi ragazzi a distanza di decenni dagli eventi narrati. Non sarà facile mostrare il grigio di questa comunità, in quanto ci sarà solo il nero, rappresentato dal suo creatore, ed il bianco, ovvero le voci fuori dal coro di chi non ha esitato ad opporsi, purtroppo solo dopo la sua morte, ad un sistema vero e proprio di stampo quasi da regime, dove tanti abusi e restrizioni finirono per essere giustificati (ved. il primo processo del 1983 … ‘quello delle catene’) in nome della giusta causa. Gli autori della serie, dopo ben tre anni di lavoro, hanno cercato di unire voci contrarie e favorevoli (nomi noti ed eccellenti in alcuni casi) per quanto concerne Muccioli e San Patrignano, non tralasciando mai, questo è da sottolineare, quanto dolore e disgrazia ha portato l’eroina nella famiglie dei tossicodipendenti. Saranno sempre i genitori dei tossicodipendenti di San Patrignano ad appoggiare e supportare Muccioli nei processi a suo carico. Questi però, con l’avanzare del tempo, saranno sempre di natura più eccessiva per quanto concerne i reati (l’omicidio, con annesso tentato occultamento, di un ragazzo ucciso a San Patrignano finirà per diventare la svolta amara per Muccioli e tanti ragazzi ex tossicodipendenti della comunità).Una fotografia eccelsa, ovviamente non condivisibile al 100%, di un luogo divenuto per anni al centro del mondo del recupero per tossicodipendenti (per anni è stata la comunità più grande d’Europa), dove il male ed il bene non sono mai chiaramente differenziati, come gli eccessi del ‘bene’ per distruggere il male dell’eroina, secondo metodi e sistemi discutibili al di fuori della legge. Una legge messa in discussione, come lo Stato, dai magistrati e avversari di Muccioli, il quale, preso da maie di grandezza, megalomanie mediatiche e pseudo politiche, ha finito per specchiarsi forse troppo della sua figura da quasi guru e salvatore. Una docu serie ricchissima di contenuti (da 10 e lode quella degli archivi televisivi dell’epoca) e tematiche delicate come l’AIDS e l’abuso di potere, con parabole fenomenali dei diversi ex tossicodipendenti intervistati e con un’analisi non sempre approfondita ma di sicuro impatto emotivo su un personaggio ed una comunità affascinante ma allo stesso inquietante. Un pezzo della nostra storia italiana …. veramente notevole!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

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