SCALPEL (False Face) del 1977 di John Grissmer

Ecco un gioiello del cinema anni ’70, sconosciuto (o quasi) in Italia ed ispirato parzialmente da due capolavori in bianco e nero degli anni ’60 come ‘Les Yeux sans visage’ e ‘The Face of Another’.
Assistiamo per 90 minuti ad un’altalena di generi ed emozioni sempre in bilico tra l’horror estremo ed il thriller psicologico, con sterzate improvvise ed inattesi in situazioni quasi da commedia nera. Una trama per nulla semplice e piacevolmente contorta, dove colpi di scena e false piste finiranno per attirare la nostra attenzione secondo dopo secondo, fino a giungere ad un finale inatteso ed assai controverso.
Il chirurgo plastico Phillip Reynolds, noto per le sue abilità ma anche per le sue manie di grandezza, non esita ad attraversare i confini dell’illegalità per fare sua l’eredità del ricco padre defunto destinata a sua figlia Heather. Questa è scomparsa mesi prima senza lasciare traccia quando il padre ha ucciso brutalmente il suo fidanzato. Proprio mentre sta festeggiando il funerale assieme al fratello, un politico viscido della peggior specie, finiscono per raccogliere per strada una ragazza (senza documenti) reduce da un pestaggio e dal volto completamente sfigurato. Considerato che la ragazza non ha nome ma ha la stessa corporatura della figlia (compresi i bellissimi occhi verdi), Phillip decide, con la scusa di ricostruire il volto, di modellare quest’ultimo identico a quello della figlia scomparsa. Finita la riabilitazione, dopo un accurato lavaggio del cervello, Phillip spaccia la ragazza a tutti come fosse Heather ritornata a casa dopo un anno sabbatico. Dopo aver ingannato anche il notaio ed aver modificato nuovamente il testamento del nonno a beneficio del chirurgo plastico, le sorprese estreme per Heather sono solo iniziate ……
Imperniato perlopiù sulla convincente e duplice prova della bella attrice Judith Chapman, nei panni di Jane Doe (la ragazza senza nome) e di Heather, quindi con un tema del doppio delirante ed incredibilmente accattivante (finiremo più volte per fare confusione su chi sia la vera Heather), questo film riesce ad evolversi continuamente, passando dal thriller all’horror e poi al ‘disturbing drama’ senza mai perdere la bussola. Anche alcuni passaggi apparentemente a vuoto, finiranno per chiudere il cerchio sui momenti più criptici della parte iniziale (ad esempio nella prima parte non capiremo come e perché Heather sia sparita nel nulla). Sangue e violenza sono dosati con il contagocce ma di sicuro impatto. La scarnificazione della ragazza destinata a diventare la nuova Heather è decisamente estrema, mentre lo shock finale sul passato che lega Phillip alla figlia in maniera indissolubile ripagheranno ampiamente i dubbi incassati fino ad allora. Al contrario del finalissimo, ai limiti del grottesco e della commedia più bizzarra. Una chiusura perfetta ed in linea con i tantissimi personaggi assurdi presentati nel corso della pellicola
SCALPEL è film illogico e pazzo, come buona parte del cinema horror ed estremo anni ’70, da scoprire e amare dal primo all’ultimo secondo! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.