SCHRAMM: Into the Mind of a Serial Killer (1993) di Jörg Buttgereit

Tra i registi fondamentali nell’universo estremo, il tedesco Jörg Buttgereit merita, grazie ad uno stile teutonico inconfondibile e destinato ad influenzare decine di registi indipendenti negli anni successivi (Marian Dora su tutti), un posto in primissima fila e di tutto rispetto. Dopo aver affrontato la tematica della necrofilia (il dittico NEKROMANTIK) e del suicidio (con il bellissimo e annichilente DER TODESKING), Buttgereit dedica il suo ultimo lavoro estremo (ne seguiranno altri nel tempo ma lontani da questi fasti) alla figura del serial killer, attraverso un percorso complesso, stratificato, multiforme e decisamente originale.
Lothar Schramm è un uomo apparentemente semplice, dall’aspetto di persona comune ma con problemi mentali, complessi e confinati perlopiù all’interno delle segrete stanze (del suo appartamento e soprattutto nella sua mente). Lavora come tassista e vive da solo in un appartamento minimale e asettico. Non esita però a invitare nello stesso sconosciuti per poi ucciderli e trasformali in feticci sadomaso. Timido con le donne, mentre sfoga i propri istinti sessuali con il busto monco di una bambola gonfiabile, stringe una timida amicizia con la sua vicina di casa, una prostituta, necessaria a stimolare in lui quell’istinto sessuale represso e mai veramente esploso, se non in esplosivi raptus omicidi e sanguinari …..<br>Il film inizia con una frase di Carl Panzram, celebre serial killer, e stupratore, americano accusato di aver commesso decine di omicidi nei primi anni del ‘900 e giustiziato nel 1930:’Today I’m dirty, but tomorrow I’ll be just dirt …. ‘! Un monito che sa di sinistra ammirazione per una figura estrema come quella dell’assassino seriale, il quale fa confluire tutte le proprie capacità in territori infernali come quello dell’omicidio, della tortura e dello violenza fisica più animalesca e selvaggia.
Attraverso un vortice apparentemente illogico (anche se da subito scopriremo il tragico destino del suo protagonista) di flashback, passato e presente, seguiamo la quotidianità di Lothar Schramm, nella quale troveranno sfogo e spazio torture aberranti ai danni delle malcapitate vittime, incubi onirici con tanto di amputazioni e torture autolesionistiche, orrende allucinazioni, efferati omicidi e perversioni sessuali inquietanti. Quest’ultime sempre simbolo di un’anima che vive la propria solitudine come un rifugio della propria anima tormentata, addomestica sempre da una ricerca costante della pulizia e dell’ordine in tutto quello che lo circonda. Se la morte, degli altri, porta sollievo, forse la sua porterà alla liberazione definitiva, illuminandone con chiarezza scopi, desideri e visioni di un passato lontano. Destinato questo ad influenzare inevitabilmente il proprio macabro presente. Per Jörg Buttgereit è impossibile comprendere il male assoluto che pervade l’anima di un serial killer, in quanto solo lui, a fatica, può comprenderne parzialmente le motivazioni che lo spingono a farlo. Proprio per questo in questo film si scava a fondo nelle visioni proprie e filtrate attraverso ricordi e momenti fugaci attraverso gli occhi di Lothar Schramm, mostrando quell’eccesso estremo in ogni azione, vera o immaginata, oltre alla straniante visione integra e fittizia del suo corpo, orribilmente mutilato.
Nonostante la breve durata della pellicola, poco sopra l’ora, la quantità di gore, sangue e carne è elevatissima, merito assoluto di effetti speciali, nonostante il low budget, di sicuro impatto visivo e di sicuro effetto. Non si risparmia nulla in questo horroro estremo, nemmeno deviazioni più che riuscite nel sadomaso, nel weird (con un chiaro omaggio a Eraserhead di Lynch) nel body horror e nel torture più becero. Anticipando egregiamente, di decenni, pellicole iper estreme come VISCERAL, ATROZ o il secondo THE HUMAN CENTIPEDE, dove serial killer profondamente disturbati daranno sfogo e forma, come ha fatto Lothar, alle proprie malate perversioni deviate. SCHRAMM in conclusione è una visione caleidoscopica ed immersiva totale nelle mente di un killer solitario, con annessi desideri malati e poco lineari, suscitando così un sinistro interesse nel pubblico amante dell’estremo e soprattutto alla figura sinistra dell’assassino seriale. Pellicola estrema da visione fondamentale! VALUTAZIONE 4/5

H.E.