SENNENTUNTSCHI 2010 di Michael Steiner

Forte di un titolo impossibile da memorizzare e una cover intrigante, ricchissima di fascino e mistero, questo film coniuga a meraviglia folklore svizzero, dove superstizione e leggende centenarie faranno abilmente capolino, e horror estremo, mescolando mistero, abusi e violenza, filtrando tutto lungo un percorso fatto di misteri ed estremo, degni dei migliori horror thriller anni ’70. Il ritrovamento di uno scheletro alla fine di un pendio nelle alpi svizzere, farà riaffiorare, da parte della madre della bambina che l’ha scoperto, una serie di eventi tragici avvenuto nel 1975, iniziati quando in un remoto villaggio di montagna si presentò una donna bellissima e misteriosa subito dopo ili suicidio di un prete. La donna, accusata da tutto il villaggio di portare sventura, finirà per essere protetta solo dal poliziotto del paese, il quale è deciso sin da subito a scoprirne le origini. SI vocifera che sia venuta dall’Alpe Höhenalp, dove i pastori fanno cose impensabili per fare compagnia alle donne, come ad esempio evocare il demone ‘Sennentuntshi’, una bambola creata con stoffe, scopa e pagliericci, destinata ad intrattenere i pastori ma, una volta divenuta donna, finirà per vendicarsi su di loro uccidendoli in maniera atroce ….Partendo dalla bellezza magnetica dell’attrice Roxane Mesquida, grazie alla quale prende vita una figura femminile a metà strada tra la maciara di NON SI SEVIZIA UN PAPERINO e la cannibale di THE WOMAN, finiremo per ritrovarci immersi in contesto ambientale unico prima ed in un puzzle ingarbugliato poi, degno questo dei migliori gialli di Agatha Christie, con trame e sotto trame intrecciate tra loro, dove la verità risulterà continumante sfuggente e fumosa fino alla fine. Anche la connessione temporale tra gli eventi narrati, che finirà per buona parte della pellicola per seguirne due (uno con protagonista il poliziotto e l’altro con i tre pastori che hanno evocato il demone di Sennentuntshi) fino a congiungerli e svelare raccapriccianti verità su segreti inenarrabili avvenuti nel piccolo villaggio alpino, facendo luce, solo nel finale, se siamo al cospetto di venti sovrannaturali o un’atroce realtà. A rendere accattivante questo film è sicuramente l’atmosfera quasi metallica che avvolge tutti i protagonisti, tra rocce inerti dal fascino millenario e frangenti estremamente lussuriosi (con orge annesse), torture, stupri e vendette aberranti. Da vittima a carnefice a volte è un attimo, ancora più semplice quando paura e superstizione prendono il sopravvento. Un horror assai meritevole di visione, impreziosito da ritmo e azione, forse troppo macchinoso nella prima parte ma che finirà nel finale per regalare diverse soddisfazioni …. estreme! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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