STARFISH (2019) di AT White



HorrorEstremo

HDramma e apocalisse spesso vanno a braccetto (basti pensare al THE ROAD di John Hillcoat), soprattutto quando i sensi di colpa devono scontrarsi con la fine del mondo, destinato questo a logorarsi come i sentimenti umani quando affiorano inesorabilmente dopo la perdita di una persona cara. 
L’opera di debutto di AT White, musicista della band inglese Ghostlight (con i quali realizza buona parte della colonna sonora), è una pellicola che coniuga alla grande horror, paure primordiali, rimorsi e sci fi apocalittico con tanto di alieni invasori dall’aspetto assai sinistro. 
Aubrey è reduce della scomparsa della sua migliore amica Grace, la quale prima di morire ha disseminato il loro appartamento di cassette con messaggi audio destinati a Aubrey. Questo dolore interiore di Aubrey coincide con la fine del mondo, costretto a finire per un’invasione aliena destinata a distruggere la civiltà umana. Aubrey, mentre lotta per sopravvivere in un mondo sempre più ostile, finirà per scoprire che le cassette audio lasciate da Grace rappresentano forse l’ancora di salvezza sua e forse degli ultimi sopravvissuti ……..
STARFISH appare sin da subito come un viaggio prima personale, per raggiungere la pace interiore, che di sopravvivenza vera e propria. Complice il continuo balzare tra sogno e realtà, visioni oniriche e survival, animazione e personaggi irreali, metacinema e consapevolezza dell’atroce nuovo mondo. Una fine di un’amicizia intima che abbraccia e deve fare i conti con quella dell’umanità e della società fino ad allora conosciuta.
Al centro della storia una figura femminile dall’animo tormentato ma consapevole del percorso tortuoso e poco convenzionale per raggiungere lo scopo iniziale, ovvero trovare la pace personale per quanto accaduto alla sua amica Grace e di conseguenza salvare quel poco che resta in un mondo destinato a terminare. 
Esteticamente favoloso, con effetti horror CGI mai banali e sempre funzionali alla storia e inserti d’animazione estremamente efficaci, ambientazioni nordiche da togliere il fiato e dove il cuore drammatico della storia risulta esserne sempre il cuore pulsante. Merito senza dubbio di un’interpretazione di spessore da parte della giovane protagonista Virginia Gardner nel ruolo di Aubrey.
Un esordio, da parte di AT White alla regia, significativo e destinato a lasciare il segno! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E