SURVIVORS GUIDE TO PRISON (2018) di Matthew Cooke

 

Danny Trejo, Ice-T, Danny Glover, Quincy Jones, Busta Rhymes e tantissimi altri volti noti della musica e dello spettacolo Made in USA, illustrano e presentano questo manuale sulla sopravvivenza nelle prigioni americane, seguendo come storyline principale un duplice caso di errata colpevolezza, ovvero due persone accusate ingiustamente di omicidio e rimaste in carcere una 16 e l’altra 24 anni, dal loro arresto fino alla sofferta liberazione.
A tratti duro e senza sconti, condito sempre da immagini e video reali, il lavoro di Cooke colpisce più forte quando snocciola statistiche abominevoli sulla popolazione carceraria statunitense. La più numerosa nel mondo, in quanto non esiste nessuno stato nel globo con un numero così elevato di persone incarcerate (circa 13 milioni).
Se la vita in carcere è durissima, i narratori coinvolti partono dalle brutali modalità di arresto della polizia, alla facile colpevolezza quando sono accusati di colpevolezza persone di colore e poveri, incapaci quindi di pagarsi un avvocato con i fiocchi (Ved. a riguardo THE JINX e MAKING A MURDERER). Le varie celebrità snocciolano consigli sull’atteggiamento da seguire durante l’arresto, nell’arrivo in carcere e la permanenza difficile. Uno spazio importante viene dato ai numerosi ex carcerati intervistati, i quali illustrano una vita fatta di divisione razziale costante nelle carceri (bianchi, neri, ispanici, asiatici), inevitabile in quanto imposta dalle stesse guardie sin dal primo giorno di prigionia. Successivamente ci si concentra sulle pene troppo severe per l’uso di stupefacenti, ed in particolare per l’uso personale di droghe leggere come la marijuana, la quale porta a condanne più volte sproporzionate del reato, come la detenzione a 5 o più anni. A colpire visivamente sono i pestaggi mostrati ed i consigli su come trasformare una lametta da barba ed uno spazzolino in un coltello da taglio.
Il pezzo forte probabilmente quando si arriva alla parte economica, la quale riporta inevitabilmente alla memoria al Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, dove utilizzava ebrei e prigionieri dei campi di concentramento per i lavori forzati a costo zero. Solo nella California il rapporto tra nuove carceri costruite dal 1970 ad oggi rispetto alle università è stato di 22 : 1. Questo perché la manovalanza a costo quasi a zero (32 centesimi di dollaro all’ora) e senza diritti vale un sacco, per un progetto nazionale che coinvolge le maggiori società industriali americane. Questo numero esagerato di operai schiavi fa gola e permette allo stato americano di una manovalanza obbediente, e senza possibilità di sciopero, senza sosta. Un sistema divenuto nel tempo inattaccabile nonostante alcune associazioni che si battono per le persone incarcerate ingiustamente siano in continua crescita. Un business redditizio che sommato a quello delle cauzioni, sposta flussi di denaro non indifferenti nelle casse dello stato.
Ritornando alle statistiche orripilanti, vediamo come il 50% dei detenuti sia disturbato mentalmente, che il 10% dei criminali condannati sono in realtà innocenti, e che il 90% di quelli messi in isolamento esce con disturbi mentali permanenti. Opera utile e fondamentale, anche se unidirezionale, per visionare la faccia oscura e nascosta del gigante a stelle e strisce. Notevole! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.