TALES FROM THE ORGAN TRADE (2013) di Ric Esther Bienstock

Se qualcuno si aspetta, complice la visione cinematografica imposta a tutti noi fino ad ora, visioni funamboliche con videocamere segrete, organizzazioni occulte ed organi strappati con forza ad ignari pazienti, finirà per rimanere deluso. La lente d’ingrandimento documentaristica questa volta mostra un mondo sotterraneo (che coinvolge quasi tutti i continenti) e clandestino, avvezzo al trapianto illegale di organi (principalmente ‘reni’) dove la voglia di vivere, da parte delle persone bisognose di un rene per visualizzare un futuro reale, di sopravvivere, da parte dei poveri e reietti pronti a rinunciare ad un rene per scappare da una povertà assoluta e senza speranza, ed in infine la forza di coloro, con rischi enormi, che permettono tutto questo (mediatori, chirurghi e organizzazioni sanitarie anche irregolari) viene illustrata affondando, è proprio il caso di scriverlo, il coltello su sofferenti situazioni personali di chi lotta continuamente tra legalità, etica e moralità.
A rendere ancora più particolare la visione di questo continuo scontro tra legalità e giustizia morale, un narratore d’eccezione, il grande regista David Cronenberg. Chi meglio di lui, il più grande autore di film ‘body horror’ per distacco, poteva raccontare le storie tristi e vibranti dei protagonisti di questa storia.
L’apertura del documentario lascia subito attoniti, con decine di uomini filippini che mostrano sorridenti la cicatrice indelebile dell’asportazione, avvenuta sempre e solo con il loro consenso, di un rene, poi venduto al mercato nero a ricchi bisognosi, principalmente occidentali. Per quanto dollari? Meno di 2000 (ma chi paga spesso ne spende $ 100.000) i quali però permettono a questi uomini, con le loro famiglie, di fuggire dalle baraccopoli della periferia di Manila. Il duplice percorso di Bienstock, per mostrare questo mondo sotterraneo, parte inizialmente dai succitati filippini e da chi necessita di un trapianto di rene a tutti i costi, in particolare dei malati canadesi ed americani. Successivamente la narrazione sale di livello e mostra i chirurghi (braccati dall’Interpol e non solo) che eseguono queste operazioni illegali ed un procuratore distrettuale americano intenzionato a fare rispettare la legge ad ogni costo. Ben presto, la linea che separa il bene dal male apparirà sempre più sottile ed indefinibile, lasciando spazio a situazioni struggenti, emozionanti e di sofferenza familiare (da entrambi i lati) da far tremare i polsi. Il lavoro di Bienstock è costato anni di duro lavoro e ricerche impossibili, e dovrebbe essere applaudito per aver dedicato uno sforzo così imponente per scavare più a fondo ed esporre i racconti personali delle persone coinvolte nel traffico di organi, mettendo in secondo piano statistiche economiche e visioni morali distorte. Il siparietto creato dal regista nella parte finale, di un bambino che necessità di essere salvato dal fuoco, offrirà un parallelo divertente ma anche significativo su questo mondo del traffico di organi, raramente mostrato ed illustrato con lucidità ed imparzialità.
Un documentario, a tratti durissimo e straziante, ricchissimo di informazioni e dettagli che raramente si trovano e si leggono sui vari media, offuscati spesso da ideologie etiche, religiose e di altra natura che ne impediscono una visione chiara e limpida sull’argomento sopra citato. Fondamentale! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.