TELL ME WHO I AM – A volte è meglio dimenticare (2019) di Ed Perkins

‘Mi chiedeva: nostra madre è … stata una brava madre?’
‘A volte è meglio è dimenticare’ recita il titolo italiano di questo documentario inglese ‘very disturbing’. Un’opera straziante, commovente e scioccante da affiancare, per tematiche delicate e colpi di scena, ad altri documentari maledettamente pesi e difficili da visionare come JUST, MELVIN: JUST EVIL, ABDUCTED IN PLAIN SIGHT e CAPTURING THE FRIEDMANS, tanto per citare alcuni titoli tosti dove il male purtroppo si annida silente nelle mura domestiche.
Diviso in tre parti: ALEX, MARCUS, ALEX&MARCUS, questo documentario inizia raccontando un incidente stradale avvenuto nelle vicinanze di Londra nel 1982 e nel quale il giovane diciassettenne Alex finì per rimanere in coma per diversi mesi, dopo i quali si risvegliò ….. non ricordando più nulla del suo passato e incapace di riconoscere familiari e amici. Figlio di una famiglia aristocratica inglese assai benestante, Alex si ritrovò all’improvviso un fratello gemello tutto da conoscere: Marcus. Questi finirà per fargli da tutore in tutto, dal riprendere la bicicletta a mostrargli le foto del loro passato, fino a ripresentargli la sua fidanzata dimenticata ed i suoi vecchi amici. Alex, come un bambino di 10 anni, è costretto ad imparare tutto in fretta, come le rigide regole di famiglia, le quali dividevano i due gemelli dalla casa padronale, alla quale, nei piani alti dove vivevano i loro genitori, non era concesso entrare. Alla morte del padre e poi successivamente della madre, i due gemelli, ormai ventenni, avranno accesso alle stanza fino ad allora proibite. Li troveranno i loro regali di natale consegnati negli anni dagli amici dei genitori (ancora sigillati) e una chiave che aprirà un terribile vaso di pandora sigillato per anni e che solo Marcus ne era a conoscenza …. quella chiave aprirà un cassetto con una foto agghiacciante con loro due bambini, senza vestiti e con la testa tagliata, Inizia così per Alex un nuovo viaggio nella memoria perduta, all’epoca creata artificialmente da Marcus per proteggerlo e che si concluderà in un incontro tra i due fratelli, ora all’età di 54 anni, dopo anni di rovinoso silenzio …..
Quanto sopra descritto racchiude circa metà della prima parte dedicata del capitolo dedicato ad Alex. La parte rimanente del documentario è un viaggio insidioso di parole non dette, bugie e verità aberranti che mineranno un passato tutto da scoprire per uno dei gemelli, mentre per l’altro significherà tornare nel pozzo nero dell’infanzia e della prima adolescenza fatto di dolore e ricordi distruttivi faticosamente sepolti. Il regista Ed Perkins mette sul piatto prima la storia agghiacciante, impensabile inizialmente nonostante gli indizi risultino sin da subito terrificanti e portano ad abusi sessuali su minori, per finire poi con aprire il cuore dei due protagonisti (e ovviamente dello spettatore) di questa raggelante storia familiare, dove la lente di ingrandimento si sposterà sull’amore infinito che solo due fratelli figli dello stesso dolore (anche se ‘dimenticato’ da parte di uno dei due) può dividere prima ma unire poi. Un’opera estrema sulla pedofilia, destabilizzante e sorprendente, capace di stupire, inquietare e commuovere come solo i grandi documentari drammatici e disturbanti riescono a mostrare scavando negli orrori nascosti e più letali delle … ‘famiglie per bene’! Notevole!!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

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