LE COLT CANTARONO LA MORTE E FU… TEMPO DI MASSACRO (1966) di Lucio Fulci

“Sono … affari di famiglia”
In un periodo storico incredibilmente fertile per il nostro cinema western, gli anni ’60, dove le pellicole dei tre Sergio, Leone, Corbucci e Sollima imperversavano con successo non solo in Italia, si affacciava nel 1966 al genere uno dei dei futuri maestri nostrani del cinema di genere: Lucio Fulci.
Il suo primo western è un’opera che ricalca in parte il filone denominato ‘spaghetti western’ del periodo, in particolare quello targato Corbucci, senza rinunciare dall’altra ad impreziosirlo di particolari innovativi e decisamente estremi.
Nel 1866 nel New Mexico, Tom Corbett è un cercatore d’oro che viene richiamato nella sua città natale, Laramie Town in Texas, dal lascito di un vecchio amico di famiglia. Tom arriva in città per vederlo sotto il controllo di uno spietato e avido gangster di nome Jason Scott, il cui figlio psicotico e pazzo di omicidi, Junior Scott, lo gestisce con sadico terrore grazie ad una banda di teppisti che uccidono chiunque protesti contro le loro tattiche commerciali. Tom trova suo fratello Jeff, un ubriacone accudito dalla cameriera indiana di famiglia Mercedes. Tom cerca quindi di convincere Jeff ad aiutarlo a sconfiggere i sadici Scott in modo che la città possa riposare di nuovo in pace. Quando però alcuni segreti di famiglia riemergeranno prepotenti, Tom sarà costretto a fare una scelta dolorosa per non soccombere ….
Bastano i primi quattro minuti del film per mettere le cose in chiaro su cosa ci aspettano per i rimanenti 90. Una scena ampiamente ripresa e citata nel DJANGO tarantiniano. Un’orda di cani affamati insegue e sbrana con ferocia un malcapitato usato come preda per sfizio e gioco da parte del sadico Junior Scott, abilmente interpretato da un giovane Nino Castelnuovo. Se il villain principale funziona alla grande, non è da meno l’eroe tormentato di turno, un abile pistolero interpretato dall’iconico Franco Nero, reduce pochi mesi prima dal mitico DJANGO di Corbucci. Se questo film, sceneggiato da Fernando Di Leo, altra leggenda del cinema di genere, segue abilmente il successo del genere ed in particolare del film di Corbucci sopra citato, riesce a dare vita e soprattutto sostanza ad un componente estrema che segnerà indelebilmente gli anni successivi di Fulci, dove sangue e violenza non saranno mai risparmiate allo spettatore, al punto che questa pellicola uscì all’epoca addirittura con il bollino VM18. Frustate feroci, corpi brutalmente forati dai proiettili, torture, crocifissioni, esecuzioni sommarie e brutali, finiranno per sovrastare una sceneggiatura solida ma che non brilla certamente di originalità, certamente legata a soddisfare principalmente lo spettatore affamato di spaghetti western come quello dell’epoca. Se la story line non gode di unicità, non mancano trame e sotto trame in linea con il periodo storico dell’epoca, dove componenti politiche e di lotte di classe andavano anche in contrasto con i legami familiari. Non è un caso che quest’ultimi finiranno per diventare determinanti ai fini della trama principale del film. Ultima considerazione sul titolo, chilometrico ma che ben rappresenta lo spirito vendicativo e rancoroso della storylne principale.
Opera imperdibile per gli amanti del maestro Fulci e soprattutto dei film western italiani più inclini all’estremo!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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