THE ART OF SELF-DEFENSE (2019) di Riley Stearns


Dopo quella strana e piacevolissima creatura di FAULTS, lungometraggio d’esordio tra i più brillanti degli ultimi anni, Riley Stearns scrive e dirige un altro mezzo capolavoro, per originalità ed imprevedibilità.
Casey, un trentacinquenne single che vive una vita abulica e senza squilli, viene attaccato brutalmente e a caso per strada. Decide così di arruolarsi in un dojo di karate guidata dal carismatico e misterioso Sensei, nel tentativo di imparare a difendersi. Ciò che scopre è un mondo sinistro di fraternità, violenza e iper mascolinità, dove i segreti, ben nascosti in una stanza segreta della palestra, finiranno per sconvolgere ancora di più la sua vita ……….
Difficile se non impossibile provare a catalogare questo nuovo film. Un mix tra fight club ed il cinema più weird targato Lanthimos, a dimostrazione di quanto l’americano Riley Stearns sia influenzato ed affascinato, come dimostrato dal suo lavoro precedente sopra citato, dal cinema europeo più bizzarro, folle ma non privo di momenti tragici e scioccanti. Continuamente sollecitati (sin dai primissimi minuti) da una comicità nera e bizzarra, finiremo per entrare in sintonia con l’impacciato protagonista Casey, interpretato a meraviglia da un Jesse Eisenberg semplicemente perfetto, il quale finirà inevitabilmente per mutare nel corso della storia a seguito di eventi strampalati a prima vista però non privi di shock e momenti estremi. Costante della pellicola è l’esaltazione esasperata del machismo a stelle e strisce, con frangenti ironici che non disdegnano parallelismi preoccupanti con la società americana (non solo attuale) ed il desiderio perenne di sopraffazione del più debole tramite la forza e la vigliaccheria. Se esistono regole, per citare Casey, non vanno sempre seguite, anzi, barare a volte può salvarti la vita. Casey finirà per diventare uno strano eroe di questa vicenda, la quale per diventare grande ed importante necessita anche di un antagonista d’eccezione, Sensei (nome modesto), interpretato a meraviglia da un ottimo Alessandro Nivola, avvezzo ormai a ruoli da personaggio viscido e malvagio. <br>Singolare per tutta la pellicola lo stravolgimento delle regole base del karate (trasformato per l’occasione in un arte estrema più simile alla MMA), destinato alla lunga a diventare solo una superficie apparente di qualcosa di veramente marcio e subdolo. Per gli amanti dei cani poi, questo film non regalerà per nulla emozioni piacevoli o simpatiche, marcando ancora di più la parte nera di questa contorta commedia nera e grottesca. Inaspettate le sequenze più estreme. Tra armi da fuoco usate in maniera scorretta, arti e nasi fratturati, il divertimento è assicurato.
THE ART OF SELF-DEFENSE è destinato senza se e senza ma a diventare una delle sorprese estremo-weird più significative del 2019. Vedere per credere! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.