THE BURNING (1981) di Tony Maylam

L’unione tra la leggenda del ‘Boogeyman americano’ Cropsey (ved. il documentario omonimo del 2016 per approfondire) con il sotto genere horror ‘Slasher’, in voga tra gli anni ’70 e anni ’80, nel 1981, un anno dopo il primo Venerdi 13, diede alla luce THE BURNING, uno dei film horror più amati dagli appassionati e cinefili del cinema horror più estremo.Pur cercando in parte di battere il ferro caldo dopo l’inaspettato successo del film di Sean S. Cunningham, questa pellicola riesce ad ampliare di parecchio gli orizzonti narrativi, utilizzando una compagine adolescenziale, alquanto numerosa, come cornice di una leggenda urbana destinata a lasciare dietro di sé una lunga scia di sangue, spinta, ovviamente, dalla vendetta. 1976, Camp Blackfoot. Un gruppo di ragazzi prende di mira il tuttofare del campeggio, il solitario ‘Cropsy’. Lo scherzo finisce male quando l’uomo, spaventato dallo scheletro infuocato e piano di vermi, finisce per essere avvolto nelle fiamme. Passano cinque anni e l’uomo, ustionato il tutto il corpo ma sopravvissuto al tragico incidente, esce dall’ospedale che lo aveva in cura. La psiche dell’uomo è profondamente turbata e dedita sin da subito alla deriva omicida. L’obiettivo dell’uomo è fare ritorno a Camp Blackfoot, campeggio nel quale la vita festaiola estiva scorre come un tempo e dove la leggenda di Cropsy serve solo per spaventare i più giovani. Quando le vittime inizieranno ad accumularsi, la leggenda si trasformerà in una tragica realtà …..Se THE BURNING non è lo slasher perfetto, poco ci manca. Impreziosita da una colonna sonora maledettamente incisiva, targata Rick Wakeman , questa pellicola horror è ottima nei tempi e modi degli omicidi, nelle morti ad effetto (opera di un Tom Savini in gran forma e reduce dal fenomenale MANIAC) e nel calcare, senza troppi fronzoli e attraverso atmosfere tesissime, le crepe psicologiche del serial killer ma anche di alcuni ragazzi del campus (Alfred su tutti), creando man mano una struttura priva della classica ‘Final Girl’ e dove tematiche come bullismo e prevaricazione, classici del cinema teen americano, troveranno terreno fertile. Non meno efficace l’arma principale utilizzata dal furioso serial killer, delle cesoie micidiali che troveranno nell’epica scena delle canoe (un massacro grondante sangue) l’apice assoluto, finendo di diritto tra le migliori scene horror estreme di sempre. Non meno sorprendente il finale, drammatico e triste, dove l’ironia e la leggerezza di alcuni frangenti, perlopiù afferenti la vita giovanile del campus, svaniranno totalmente per lasciare spazio ad uno dei finali più epici del genere (dal volto di Cropsy al cerchio dei ricordi che si chiude inesorabilmente per lui e non solo). Anche se sono passati oramai 40 anni da questo cult del cinema horror, il suo fascino sembra aumentare anno dopo anno, esaltandone al meglio i pregi dell’epoca, dove le idee avevano la meglio sul low budget, effetti speciali shock e violenti compresi. Imperdibile! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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