THE FALLOUT (2022) di Megan Park

“Hai mai incubi? … Per avere gli incubi devi riuscire a dormire”
Quanto siano, sinistramente, parte della ‘cultura’ statunitense le sparatorie nelle scuole americane, lo dimostrano impietosamente le statistiche: 138 solo nel 2021. Per quanto concerne il cinema, film di finzione e anche documentari, dalla strage della Columbine del 1999 in poi, il filone ‘shooting drama’ ha imperversato spesso in maniera estremamente cruda e drammatica. Molto è stato detto e mostrato ma molto è ancora da fare, in particolare per il post tragedia. Megan Park, nota perlopiù come attrice di serie tv, al suo primo lungometraggio da regista punta i riflettori sui sopravvisti di una strage scolastica ed in particolare sul trauma post tragedia vissuto a 360°.
USA. Una giornata come le altre, per tre studenti americani, si trasformerà da banale a infernale nel giro di pochi minuti, quando un loro compagno di scuola si presenta armato a scuola con un fucile d’assalto e inizia una vera e propria strage. Vada, Mia e Quinton, al quale il suo compagno armato ha ucciso il fratello davanti ai suoi occhi, si ritrovano chiusi nello stesso bagno della scuola al momento della strage. Scampati alla strage, i tre ragazzi faticheranno a guarire da tale evento, cercando il conforto tra loro e cercando si non precipitare in un abisso di solitudine, rimorso e paura di tornare a scuola ……
THE FALLOUT è un film destinato, come altro suoi predecessori che hanno affrontato la medesima tematica (ELEPHANT, WE NEED TO TALK ABOUT KEVIN, ZERO DAY, NEWTOWN e POLYTECHNIQUE, solo per citarne alcuni) a lasciare il segno, ancora di più considerando quanto è stato narrato finora e per l’analisi semplice quanto sorprendente sotto la superficie che la regista racconta, scavando a fondo nella quotidianità dei sopravvissuti, in particolare di Vada. Giovani sedicenni che vivono in parallelo sui social e che finiranno per temere la scuola come fosse un campo di battaglia, finendo per influenzare negativamente la loro adolescenza.
Niente risalto per l’autore della strage e nemmeno per la stessa, ascoltata attraverso i colpi d’arma da fuoco e mai mostrata. Una doppia mossa intelligente per dare risalto ad altro, come ad esempio la difficoltà enorme per un’adolescente di affrontare una mostruosità cosi estrema che segnerà il suo presente e soprattutto il suo futuro in maniera indelebile. Grazie ad una regia essenziale e quasi minimale, che si esalta però grazie ad una fotografia quasi da film drammatico anni ’90, la pellicola intreccia social media e rapporti umani, familiari e di amicizia, in maniera naturale e istintiva, riuscendo a scavalcare stereotipi fastidiosi su questa scottante tematica americana, criticando la fumosa politica a stelle e strisce per quanto concerne la facile reperibilità di armi per tutti prima e mettendo in risalto, forse come nessun latro è riuscito in precedenza, il vero problema dei sopravvissuti e parenti delle vittime: l’invisibilità. Questo è il vero cuore del film, raccontato e analizzato attraverso dialoghi e confessioni semplici quanto drammatiche e commoventi. Un’opera che affonda tantissimo le sue radici nei social media e nel loro stile sempre più, inevitabile ormai, influente nel mondo del cinema.
Ottima la performance della protagonista Vada, interpretata da Jenna Ortega, decisamente sopra la media.
THE FALLOUT in conclusione è un’opera ricchissima di contenuti e perfetta nel mettere sotto la lente d’ingrandimento le storie, spesso di poco appeal per i media assettati di scoop e sangue, le vicende post tragedia dei sopravvissuti adolescenti. Il finale poi, con un raggio di sole spazzato via dall’ennesima tempesta, mette ancora di più in luce quanto sia estesa e radicata questa piaga negli USA.
Un nuovo shooting drama veramente notevole, emozionante, commovente e … da visione obbligatoria!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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