THE FLU – IL CONTAGIO (Gamgi) del 2013 di Kim Sung-soo

Droplet, goccioline, zona rossa, quarantena, mascherine, distanza di sicurezza, contagio, pandemia …. ahimè, questo termini sono oramai di uso comune in questo nerissimo 2020. Due anni dopo il più celebre CONTAGION Steven Soderbergh, il regista coreano Kim Sung-soo (autore del ferocissimo e violento ASURA: The City of Madness) sfornava un film tristemente profetico quel quello che stiamo vivendo in questo periodo a livello mondiale. Se da una parte la realtà supera ampiamente la fantasia, dall’altra, attraverso il cinema, questa la anticipa. Se da una parte THE FLU è un ‘pandemic movie’ forte di tutti gli stilemi action e imbottiti di adrenalina del cinema coreano post 2000, dall’altra scivola troppo spesso nei sensazionalismi made in USA (un dei pochi difetti anche del celebre zombie movie coreano TRAIN TO BUSAN, film con il quale questo film pure dei punti in comune nella trama). Bundang, cittadina a 20 km da Seoul. Due fratelli dediti all’immigrazione illegale, riescono a far passare attraverso la dogana un container proveniente dall’Indonesia e contenente una trentina di clandestini. Non sanno che li dentro durante il viaggio ha preso piede una terribile pandemia. Quando i due aprono il container l’unico sopravvissuto, Monssai, riesce a fuggire, non prima di aver infettato uno dei due fratelli criminali. Dopo aver girato il video al suo capo del mattatoio nel container e della figa del giovane Mossai, quest’ultimo si reca in farmacia per cercare qualcosa che gli calmi la tosse improvvisa che lo sta martoriando. Inconsapevole, finisce per infettare, con il virus appena preso, chiunque si trovi nella farmacia semplicemente tossendo. Nel frattempo una bella dottoressa viene salvata da un energico soccorritore dopo un incidente stradale. Il destino vuole che il soccorritore finisca per innamorarsi della dottoressa, riconsegnando la borsa perduta della stessa alla figlia di lei, di appena 5 anni. Quando la pandemia scoppia nel pronto soccorso all’improvviso e le autorità coreano, in accordo con quella americane, decidono di mettere in quarantena la città, dopo che gli infetti crescono a vista d’occhio e muoiono poche ore aver contratto questo virus ( un ceppo mutato dell’influenza aviaria e denominato H5N1), la dottoressa scopre prima l’esistenza del paziente 1 Monssai (grazie al video dei due fratelli criminali citati sopra) e dopo che la sua figlia è stata infettata proprio dallo stesso. Inizia così una lotta contro il tempo per trovare Moonsai (al fine di creare un vaccino in tempo), salvare la città (dal collasso e dalle beghe politiche prima e militari poi) ed in fine salvare la piccola bambina infetta ….. e qui entra in gioco il testardo soccorritore, costretto anche a vedere con i suoi occhi le fosse comuni create in fretta e furia e nascoste al popolo coreano …….Sceneggiatura ricca come non mai di particolari e frangenti estremi (dal pronto soccorso stile THE BAY all’enorme fossa comune stile campo di concentramento nazista) la tensione è praticamente garantita. Lo stesso vale per i colpi a sorpresa e le scene d’azione, spesso impressionanti, le quali però a volte escono fuori dal seminario e da qualsiasi logica possibile. Per fortuna la componente drammatica non delude, dove l’amore di una madre, la dottoressa, si scontrerà con i poteri forti per salvare la propria figlia. Questo avviene proprio quando nella stanza dei bottoni le lotte politiche riflettono (per quanto cinematograficamente) quelle vissute anche in Italia da febbraio in poi, per quanto concerne zone rosse tempestive o meno, senza escludere agghiaccianti ‘sacrifici’ per il bene comune della nazione. Il finale forse, troppo bonario e da blockbuster a stelle e strisce stride troppo con quanto visionato in precedenza, finendo per abbassare il giudizio finale sulla pellicola. Nonostante questo ultimo pezzo poco riuscito questo THE FLU è un film estremo di tutto rispetto che, nonostante le amare similitudini con questo inizio, 2020, merita assolutamente recupero e visione. VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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