THE GREAT GABBO (IL GRAN GABBO) del 1929 di James Cruze & Erich von Stroheim

Nel periodo storico, nevralgico e rivoluzionario, per il cinema, il passaggio dal muto al sonoro (dal 1927 al 1930 circa), troviamo una delle pellicole più brillanti e interessanti per l’epoca. Una musical che alterna commedia, weird e dramma psicologico di altissimo livello, regalando un personaggio destinato ad influenzare non poco il cinema a venire, horror compreso (MAGIC e DEVIL DOLL solo per citarne un paio). Ovvero Otto, un manichino che prende vita grazie alle abilità eccelse di un ventriloquo, Gabbo, destinato ad esprimere attraverso il pupazzo anche la sua duplice personalità. Gabbo appare nella primissima parte del film come un uomo arrogante, egocentrico, superbo e arrogante. Solo attraverso il proprio manichino Otto si lascia andare a pensieri ironici e affabili, nei confronti soprattutto della sua assistente Mary, compagna anche nella vita. Mentre si esibisce in un piccolo teatro, Mary lascia cadere un vassoio, rovinando in parte l’esibizione di Gabbo. Tornati nei camerini l’ira di Gabbo finisce per mortificare ed umiliare Mary, la quale, nonostante le dolci parole uscite da Otto, decide di andarsene. Passano due anni e Gabbo è diventato una star di Broadway e noto a tutti come ‘Il gran Gabbo’, grazie alle esibizioni sempre più eccelse come ventriloquo in compagnia del suo inseparabile Otto (dove mangia e fuma senza probelmi mentre anima il suo manichino). Ad una cena prima di uno spettacolo, mentre si esibisce assieme al suo Otto, Gabbo rivede Mary e grazie allo stratagemma di far parlare solo Otto si rende conti di amarla e la invita al suo spettacolo. Le cose però per Gabbo, dopo un sontuoso spettacolo a teatro, non sono come sperava. Il grande artista deve fare i conti con un’amara realtà …….Filtrato dagli innumerevoli intervalli musicali (inevitabili nei primi film sonori) con tanto di danze e balletti vari, IL GRAN GABBO contiene al suo interno dei frangenti psicologi di altissimo livello e spessore. Merito di un inquietante e bizzarro manichino, al quale è permesso di offendere e prendere in giro chiunque, società americana compresa, attraverso dialoghi fulminati ed estremamente graffianti. Pezzo forte nella parte centrale rimane la scena al ristorante con un siparietto eccelso tra Otto ed il cameriere del ristorante, preso in giro e sbeffeggiato per il pessimo cibo. Fenomenale e chiave psicologica più importante della pellicola la parte finale, dove Gabbo finirà per odiare Otto, incolpandolo delle proprie colpe, incapace fino in fondo di accettare una realtà profetizzata dallo stesso proprio nei minuti iniziali:’Quello che uno semina….raccoglie’.Da sottolineare le ottime performance attoriali del grande Erich von Stroheim (Gabbo) e di Betty Compson (Mary), praticamente perfette. THE GREAT GABBO è un piccolo grande film di culto in bianco e nero, da vedere e amare oggi forse più di allora! VALUTAZIONE 4/5

H.E.