THE GUILTY (2018) di Gustav Möller

Dalla Danimarca, più grigia e pessimista, arriva un nuovo thriller al cardiopalma, eccitante e frenetico, che si svolge completamente (almeno per quanto concerne la nostra visione) sempre e solo nel medesimo luogo, in un tempo reale e senza mostrare nulla di quanto di terribile stia accadendo all’esterno.
Copenaghen. L’agente di polizia Asger Holm è stato momentaneamente sospeso dal servizio ed è stato relegato al centralino delle emergenze. Dopo una serie di chiamate di routine, una di queste lo coinvolge più delle altre, in quanto ha per protagonista una donna rapita. Quando la chiamata viene improvvisamente interrotta, inizia la ricerca della donna e del suo rapitore da parte di Asger Holm, sempre e solo dal centralino delle emergenze e con il telefono come unico strumento di ricerca. Asger inizia così una corsa contro il tempo per salvare la donna. Presto però si renderà conto di avere a che fare con un crimine molto più grande di quanto pensasse inizialmente, destinato inoltre ad avere ripercussioni estreme sul suo difficile presente ……
Opera prima danese, pura e cruda, dove l’unica location, l’assenza di video afferenti le dinamiche descritte telefonicamente, diventeranno da difetto iniziale a pregio sempre maggiore, in quanto la crescita della tensione sarà esponenziale ed ai limiti della sopportazione, finendo così per correre di pari passo con le problematiche personali e caratteriali di Asger in maniera sempre più drastica e distruttiva.
Come per LOCKE di Steven Knight e BURIED di Rodrigo Cortés, l’abilità del protagonista diventerà magnetica e fondamentale, nel confluire su di sé tutte le emozioni presenti nella storia, attraverso l’uso di dialoghi, suoni, paure e problematiche personali. Tutte queste componenti finiranno sempre più per diventare la cornice ideale di un enigma sempre più cupo ed estremo. E proprio per quanto concerne l’estremo la pellicola di Gustav Möller non delude affatto, regalando amare e scioccanti sorprese a ripetizione. la sceneggiatura, basata su un soggetto di per sé semplice, ci lascerà più volta a bocca aperta. Mentre sarà inevitabile pensare, durante la visione. quanta merda sono sempre costretti ad ingoiare gli operatori di un centralino di emergenza. In questo caso della polizia danese ma questo vale per le centrali operative tutto il mondo. Una frase sbagliata, un’insicurezza o un’esitazione al telefono da parte di un agente possono essere fatali. E proprio su questo fa perno questo thriller travolgente e micidiale, capace di farci stare male a più riprese, impedendoci di abbassare la guardia nemmeno per un secondo, in quanto la posta in gioca risulterà essere, minuto dopo minuto, sempre più importante.
THE GUILTY (solo alla fine capiremo il perché di questo titolo) è un thriller estremo teso da morire, avvincente e parzialmente gratificante, destinato nel tempo a diventare, quasi sicuramente, un nuovo punto di riferimento per le future storie ambientate in sola stanza. Semplicemente stupendo quanto crudele e disturbante! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.