THE HOUSE THAT JACK BUILT (2018) di Lars von Trier

LVT non delude mai! Anche nel suo nuovo lavoro riesce a trascinarci con forza estrema nel suo mondo deviato e piacevolmente perverso, seguendo questa volta le gesta, ossessioni e visioni deliranti di un serial killer affetto da OCD, disturbo ossessivo compulsivo da pulizia morbosa della casa, o meglio dei luoghi dei suoi omicidi efferati.
Il film è suddiviso in 5 episodi, 4 ‘incidenti’, dove seguiremo l’evoluzione del serial killer Jack, lungo un percorso disumano caratterizzato da una serie di efferati omicidi di altrettante donne, fino all’atto finale, dove sarà accompagnato nel suo ultimo viaggio da Virgilio in persona.
Matt Dillon interpreta con rara maestria il nevrotico Jack, seguendo le sue gesta da assassino seriale ed il suo desiderio, in quanto ingegnere, di costruire la casa perfetta per racchiudere la propria anima. Dai mattoni prima la legno poi, il ‘materiale’ che utilizzerà per la casa perfetta, destinata al sopra citato viaggio finale, rappresenta quanto di meglio si possa desiderare visionare in un film estremo, dove il macabro e l’ironia nera si intrecciano e si incastrano perfettamente, riportando alla memoria le opere primarie del regista danese.
Gli omicidi mostrati sono di un’efferatezza disarmante, dal punto di vista emotivo, organico e temporale, in quanto spesso occupano diversi minuti della pellicola, permettendo così allo spettatore di subire tutta l’angoscia, la paura ed il terrore delle vittime. Ad accompagnare le mirabolanti, nervose e senza dubbio divertenti gesta di Jack un continuo parallelo costante tra arte, religione e politica. Una sembra essere conseguenze dell’altra in un cerchio chiuso causato dall’uomo sin dall’alba dei tempi e dal quale l’uomo è destinato ad essere attratto prima e succube poi. La tigre mostrata più volte nella pellicola, ed abbinata alla personalità di Jack, non può andare contro la propria natura feroce, proprio come un serial killer per quanto concerne gli omicidi. Un politico per imporre le proprie idee (anche estreme, come visioneremo attraverso filmati storici aberranti ripresi dal leggendario ‘German Concentration Camps Factual Survey’). La religione che deve per forza di cose attenuare ed ammortizzare la belva presente nell’uomo, attraverso gabbie mentali costruite sulla paura dell’ignoto. L’arte che deve essere sprigionata per mostrare la vera natura dell’uomo e raffigurarne le varie sfaccettature e desideri repressi e nascosti (LVT si autocita mostrando anche numerosi frame dei suoi film precedenti). Non è un caso che proprio Jack, in attesa di costruire la propria casa, dove canalizzare la sua anima nera, si trovi a suo agio nel luogo momentaneamente destinato a ‘congelare’ le sue vittime, senza rinunciare a fotografie burlesche, rappresentazioni quanto mai macabre e grottesche. Il buon LVT non si fa mancare nulla: strangolamenti, mutilazioni, devastazioni corporee, infanticidi, torture su animali e abomini di varia natura, mostrati sempre con la succitata macabra ironia, utile per alleggerire atmosfere spesso pesantissime. Quest’ultima in simbiosi perfetta con una colonna sonora quanto mai azzeccata, che passa con disinvoltura da Louis Armstrong a Vivaldi, da Wagner a David Bowie (senza dimenticare l’omaggio al videoclip di Bob Dylan ‘ Subterranean Homesick Blues’ con Jack che racconta le sue psicosi attraverso dei piccoli cartelloni con le scritte) lasciandoci più volte senza fiato.
L’ultima mezz’ora poi della pellicola, con Bruno Ganz nei panni di Virgilio, finiremo per cadere nella visione distorta del protagonista Jack e senza dubbio dell’autore LVT, trovandoci piacevolmente smarriti catapultati in visioni dantesche assolutamente infernali e deliranti. THE HOUSE THAT JACK BUILT, in attesa di visionare quei pochi minuti tagliati e ancora non presenti nella versione odierna, non delude, se siamo degli appassionati del folle regista danese, e sorprende non poco se amiamo il cinema più maledetto, controverso ed estremo. Filmone decisamente infernale! VALUTAZIONE 9,5/10

 

H.E.

2 Risposte a “THE HOUSE THAT JACK BUILT (2018) di Lars von Trier”

  1. hello,
    you see the unrated or the r-rated version?
    the unrated is 153 minutes long and the r-rated version is 151 minutes long!
    by the r-rated version is a cut by the children shooting (killing) and a cut by the animals killing!
    Attention!!!
    regards
    awesome movie blog
    merci

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