THE LAST TEMPTATION OF CHRIST (L’ultima tentazione di Cristo) del 1988 di Martin Scorsese

Osteggiato dalla Chiesa cattolica alla sua uscita, il controverso film THE LAST TEMPTATION OF CHRIST di Martin Scorsese, sceneggiato da Paul Schrader (che con il suo ultimo film è tornato prepotentemente su tantissimi concetti qui presentati) e tratto dal romanzo omonimo del 1951 del greco Nikos Kazantzakis, è ancora oggi uno dei lavori cinematografici dedicati alla figura di Gesù di Nazaret, più affascinanti, accattivanti e mistici di sempre. Forte anche di una poderosa e mistica colonna sonora, ad opera di Peter Gabriel, quanto mai in linea con le intenzioni degli autori di proporre una visione intima, personale e innovativa sui turbamenti interiori di colui che si autoproclamò figlio di Dio. Galilea. ll falegname Gesù vive un’esistenza tormentata e incerta, in bilico fra i sogni e visioni che lo portano alla convinzione di essere il figlio di Dio, mandato sulla terra per salvare l’umanità dalla dannazione e dal peccato. Gli incontri con Maria Maddalena prima e con Giuda poi, lo convinceranno ancora di più ad intraprendere il ruolo di figlio di Dio e profeta destinato alla salvezza del popolo affamato, povero e oppresso dai potenti, gli invasori romani e non solo. Dopo l’incontro con Giovanni Battista, un asceta e santone, Gesù decide di isolarsi nel deserto, per ascoltare la voce di suo padre Dio e per confrontarsi Satana, mettendo a dura prova la propria fede e le tentazioni di carne, lussuria e potere che lo porterebbero ad essere simile agli uomini più avidi e peccatori che lui stesso combatte con i suoi sermoni e seminari. Tornato da questo percorso ascetico e spirituale, Gesù comincia a predicare la sua parola, attraverso miracoli come la resurrezioni dei morti o trasformando l’acqua in vino, finendo però per essere accusato di bestemmia e condannato così a morte per crocifissione da parte del romano Ponzio Pilato. Sarà sulla croce, in punto di morte, che Gesù affronterà la tentazione estrema e l’ostacolo più grande prima della salvezza eterna ……..Con un ‘indemoniato’ Willem Dafoe nei panni di Gesù, seguiremo passo dopo passo un percorso quanto mai estremo, articolato e sicuramente diverso da quanto riportato nei vangeli (come riportato nei titoli iniziali) sugli ultimi tre anni di vita di Gesù, prediligendo una narrazione vigorosa e dinamica sui suoi conflitti interiori. Un uomo prima di tutto, armato di parole ma anche pronto ad usare al forza, come vedremo in alcune scene (nel tempio o nel viaggio mistico nella parte finale). Una scelta in netto contrasto con quanto narrato ed elogiato dalla Chiesa cattolica sin dagli albori, figuriamoci poi le visioni tentatrici e blasfeme che finiranno per diventare la tentazione della carne e del peccato tanto osteggiate e combattute dallo stesso nei tre anni precedenti (abilmente indotti da una visione angelica che nasconde ben altro sotto le spoglie immacolate). Un bivio inevitabile tra vita terrena e immortalità che troverà in quei minuti finali la vera essenza della pellicola. Quasi tre ore (164 minuti) che mostrano quanto poco divino sia stato il percorso di Gesù, in quanto in più frangenti appare come un profeta da due soldi e non sempre abile e perfetto come gli scritti a lui dedicati (le prime in realtà risalgono a quasi cent’anni dopo dalla sua presunta venuta) o peggio ancora da come la religione Cristiana e cattolica in particolare ha indirizzato testi e sacre scritture. Proprio per questo motivo, la pellicola di Scorsese appare come un’opera anarchica, selvaggia e priva da pregiudizi in entrambi i sensi (credenti e non), prediligendo un percorso conflittuale e interiore proprio di un profeta incline al proprio sacrificio (non sempre pienamente convinto da quanto visionato) e accerchiato da amici e nemici che finiranno sempre e comunque per scambiarsi i ruoli (non solo Giuda). Come anticipato sopra, il pezzo forte sarà proprio quel viaggio iniziatico e tentatore dell’ultima mezz’ora, quasi un rimando estetico e spiritualmente controverso al LUCIFER RISING di Kenneth Anger. Tutto nel film è teso a reinventare gli ultimi anni di Gesù, resurrezione compresa, finendo per scavare a fondo nelle certezze sia di crede ciecamente alla sua venuta terrena e ultraterrena, sia di chi ne nega perfino l’avvenuta esistenza. Se Dafoe è visceralmente entrato nei panni del Cristo, non meno brillanti sono le interpretazioni stellari di Harvey Keitel nei panni del Giuda traditore e di Barbara Hershey in quelli di un sensualissima Maria Maddalena. THE LAST TEMPTATION OF CHRIST, considerato il tema spigoloso trattato, non sempre viene ingiustamente citato tra i migliori lavori di Scorsese, il quale riesce a coniugare storia (vera o presunta) con una personalissima visione dei conflitti interiori di un uomo destinato dai millenni successivi a diventare scudo e arma per battaglie di ogni genere e portata. Cult! VALUTAZIONE 5/5

H.E.