THE MACHINIST (L’UOMO SENZA SONNO) del 2004 di Brad Anderson

Accettare una scomoda verità, sconvolge la propria esistenza al punto di stravolgere la stessa realtà che ci circonda, offuscandola con allucinazioni perverse e usate sinistramente come una misera autodifesa personale, figliastra questa della propria vigliaccheria. Questo punto di partenza, o di arrivo, permette a Brad Anderson di alzare l’asticella estrema subito dopo SESSION 9 con un film prodotto e girato in Spagna (ambientato però negli USA). L’UOMO SENZA SONNO (almeno per una volta il titolo italiano rende onore alla pellicola) è un dramma psicologico che sfiora pesantemente l’horror ed il body horror, grazie ad un’interpretazione impressionante da parte di Christian Bale (probabilmente la migliore della sua carriera), affiancata da una costante atmosfera sospesa, perennemente sofferente e pesantemente dolorosa.
Trevor Reznik è un tornitore che soffre di insonnia da più di un anno. L’incapacità di dormire si riflette pesantemente sul suo aspetto, trasformandolo sempre più ad uno scheletro, oltre a ripercuotersi sul lavoro, dove il suo rendimento finisce per calare sensibilmente. Questa sofferenza latente per Trevor finirà per causargli allucinazioni, le quali associati a strani segni premonitori, come misteriosi post-it trovati in casa, finiranno per farlo impazzire. Quando un incidente sul lavoro, causato da lui e che porterà un collega a perdere una mano, Trevor cercherà di trovare nella sua prostituta abituale ed in una cameriera dell’aeroporto, una duplice via di fuga dai demoni che perseguitano la sua mente paranoica e divorano la sua anima impedendogli di dormire e trovare la pace interiore ….
THE MACHINIST, figlio del cinema inquietante, psicologico e seminale di Alfred Hitchcock e Roman Polański, crea un mondo parallelo e metafisico disseminando indizi e sospetti della mente insonne e deliri costanti del suo protagonista, la cui mutazione fisica segue di pari passo la sua faticosa caccia investigativa alla verità che lo sta logorando, abilmente occultata da una forza interiore scaturita da un senso di colpa distruttivo e che vedrà la luce solo nel finale amaro. Ad alimentare esponenzialmente la paranoia e la distorsione della realtà, Anderson crea una cornice plumbea e priva di luce attorno all figura da reietto di Trevor, creando ad arte un mondo kafkiano (autore ampiamente citato nel film) privo di logica e sovrapponendo sempre più e man mano che si avanza con il film vaneggiamenti sconnessi con quella verità impossibile da accettare. La luce, anche se nera, in fondo al tunnel, sarà proprio l’incontro tra il cuscinetto auto protettivo della sua mente, figli del rimorso, e la consapevolezza di cosa lo ha scatenato ….. insonnia e perdita estrema di perso comprese.
Un film che, pur non trattandola direttamente, sfiora anche la religione, incrociando tematiche tanto care al cristianesimo come la penitenza e la redenzione a tutti i costi.
Un viaggio tra i più incisivi e maldetti nei meandri più contorti della psiche umana e della natura umana, incapace di accettare le proprie debolezze e soprattutto azioni funeste.
Uno dei film estremi dei primi anni duemila da visione obbligatoria!! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.

Links: FACEBOOK INSTAGRAM LETTERBOXD IMDb TRAILER