THE NIGHTINGALE (2019) di Jennifer Kent

ATT,.NE CONTIENE SPOILER
Dopo il successo, di critica e pubblico, del suo primo lungometraggio, l’horror THE BABADOOK, la regista Jennifer Kent cambia radicalmente registro, coniugando storia, quella meno nobile del passato della sua nazione, con l’horror estremo violento e disturbante, evitando questa volta analisi post visione o psicologie contorte sul finale dalle molteplici interpretazioni.
THE NIGHTINGALE è, prima di tutto, un rape&revenge ferocissimo, che mette, soprattutto nella prima mezz’ora, a dura prova lo spettatore per quanto concerne la violenza estrema mostrata. Una base iniziale fondamentale per trascinare lo spettatore in un contesto ambientale, storico e sociale non sempre evidenziato a gran voce dal cinema australiano, poco avvezzo a mostrare gli orrori della ‘guerra nera’ che vide i coloni britannici massacrare la già esigua popolazione aborigena locale nell’isola della Tasmania, all’epoca chiamata ‘Van Diemen’s Land’ e scelta dall’impero britannico come colonia per detenuti (ved. Il film horror ‘Van Diemen’s Land’ del 2009), tra il 1820 ed il 1832. <br>Van Diemen’s Land, 1820. Clare Carroll, una detenuta irlandese, lavora agli ordini dell’esercito britannico presso un’unità capitanata dal tenente Hawkins. Dopo una notte di lavoro e dopo aver allietato le truppe grazie alle sue dote canore, Clare chiede a Hawkins la sua lettera di raccomandazione che consentirebbe la libertà a lei ed alla sua famiglia. Hawkins, abusando dei suoi poteri, la violenta causando l’ira del marito di Clare il quale finisce per umiliarlo davanti a tutti i suoi soldati. Hawkins, per vendicarsi di tale affronto, non esita a violentare nuovamente Clare davanti a suo marito ed alla loro bambina neonata. Non pago, Hawkins ed i suoi soldati uccidono marito e figlia di Clare, tramortendo quest’ultima. Il giorno seguente, Clare, rendendosi conto che nessuna autorità locale si adopererà per renderle giustizia di quanto subito, deciderà di farsi giustizia da sola. L’unico che deciderà di aiutarla, tramite ricompensa in denaro, nell’inseguimento nell’entroterra impervio e pericoloso della Tasmania è l’aborigeno Mangala, abile guida locale, il quale inizialmente è tenuto all’oscuro di quanto accaduto a Clare …..
Opera matura e contenuta, per quanto concerne virtuosismi estetici e visivi, i quali avrebbero trovato terreno fertile in quanto il ‘tempo del sogno’ della mitologia aborigena, presente parzialmente anche in questo film, avrebbe permesso fuoriuscite lisergiche e distorsioni della realtà di sicuro interesse e impatto. Jennifer Kent predilige un racconto più terreno e crudo, mantenendo fortissima e onnipresente l’umanità e la sofferenza dei suoi due protagonisti principali. L’usignolo (del titolo) Clare ed il ‘merlo’ Mangala. La prima costretta con la forza in un terra straniera, il secondo trattato come straniero da debellare nella propria terra natia. Entrambi costretti a subire le angherie e gli abusi dei brutali coloni britannici. Se la prima mezz’ora, come accennato in precedenza, non lesinerà affatto con la violenza estrema e brutale (la scena dell’infanticidio è da mal di stomaco), le rimanenti quasi due ore (pellicola dalla durata decisamente importante) non arretrerà mai per quanto concerne l’estremo, ad opera di un vero diavolo, al contrario dei piccoli animaletti neri e urlanti (che faranno dannare Clare ricordandole a più riprese la neonata defunta), Il tenente Hawkins. Un essere spregevole, viscido e infame che per cattiveria ricorda vagamente il reverendo interpretato da Guy Pearce nel western estremo BRIMSTONE. Semplicemente eccezionale l’attrice protagonista, l’attrice italo-irlandese Aisling Franciosi, bravissima nel calarsi visceralmente in un ruolo complesso come quello di Clare. In costante mutamento lungo il corso della pellicola e consapevole prima delle barbarie subite, che motiveranno inevitabilmente la sua difficile e agognata vendetta, e poi del genocidio selvaggio perpetrato dagli inglesi ai nativi aborigeni (la scena dello stupro e morte di una donna aborigena da parte di Hawkins e dei suoi miserabili soldati, è l’ennesimo cazzotto allo stomaco di questo film). Se in apparenza alcune litanie e canzoni di Mangala lasceranno spazio alla noia, successivamente appariranno inevitabili per permettere, attraverso la propria visione di vendetta, di trasformarlo nel guerriero orgoglioso e sacrificale della parte finale. Una rivincita femminile unita a quella aborigena che lascerà parecchio amaro in bocca e costringerà lo spettatore a provare una sincera empatia per i due protagonisti, diversissimi tra loro ma uniti da una disperazione profonda alimentata dal sacro fuoco della vendetta.
THE NIGHTINGALE è un revenge movie ad ampio respiro e di assoluto valore, meno congeniale per il grande pubblico, come il primo lavoro della regista australiana, però più consono agli amanti dell’horror più estremo, drammatico e disturbante, dove stupri, infanticidi, razzismo becero e violenza crudele, necessari per narrare al meglio gli atti vergognosi e abominevoli ad opera dell’esercito di ‘sua maestà’ in un luogo selvaggio come la Tasmania del 1820, saranno mostrati in tutta la loro brutalità! VALUTAZIONE 4/5

H.E.