THE ROAD (2009) di John Hillcoat

‘Noi non mangeremo mai nessuno … vero?’Pellicola ‘sci fi’ estrema e avvilente, tratta dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, dove il legame di sangue sembra non venire mai meno, nonostante una terribile apocalisse si sia abbattuta sulla terra, uccidendo animali, natura e quasi tutti gli esseri umani, trasformando il pianeta azzurro e verde in un mondo grigio, privo di luce e dove le certezze sono ridotte al lumicino. Su questo sfondo desolante seguiamo la faticosa quotidianità di un padre e suo figlio mentre vagabondano, sulla terra conosciuta un tempo come Stati Uniti D’America, cercando cibo e qualche straccio da usare come vestito. La loro direzione è verso sud, sperando di trovare un tempo più mite ma le avversità sono molteplice. Non vi sono più mezzi di trasporto e i pochi sopravvissuti, presi anche dalla disperazione, hanno iniziato a cibarsi di carne umana per non morire di fame ……Forte del connubio consolidato con Nick Cave, autore ancora una volta di musiche di una profondità lacerante, John Hillcoat dimostra di trovare nelle atmosfere western apocalittiche (suoi il memorabile THE PROPOSITION ed il disturbante prison movie GHOSTS … OF THE CIVIL DEAD) e nei legami di sangue sopra citati, il terreno fertile per creare le storie più adatte al suo stile. THE ROAD è soprattutto una pellicola che mette a dura prova lo spettatore quasi quanto i suoi protagonisti. Non solo per la sua componente estrema (indimenticabile la scena dei corpi vivi amputati, in un sotterraneo maleodorante, e destinati a finire nella pancia dei loro ‘padroni’) ma in particolar modo per la costante visione drammatica e senza speranza che attanaglia il padre, interpretato da un monumentale Viggo Mortensen, nel suo deprimente presente e nel suo logorante passato (quando ricorda gli ultimi gironi con la moglie e con l’avvento di questa misteriosa apocalisse). Unica forza che gli permette di avanzare sempre e non arretrare mai quell’istinto paterno che gli permetterà di scavalcare ostacoli enormi come uccidere senza esitazione il prossimo, oltre a portarlo anche a diffidare di chiunque, compreso un novantenne non vedente che nasconde un segreto orrendo legato al suo unico figlio (si deduce nel peggiore dei casi che lo abbia mangiato per sopravvivere). In un contesto così malvagio, dove pochi dei sopravvissuti hanno abbandonato anche la forza di reagire (ved. il blando tentativo di rapina nei loro confronti da parte di uno sgangherato vagabondo) l’unica luce sarà rappresentata dai dialoghi profondi e colmi di amore tra padre e figlio, quest’ultimo a conoscere senza vedere gli ultimi di una civiltà collassata su se stessa e miseramente abbattuta da un evento catastrofico senza precedenti. Se il film naviga in un mare di desolazione angosciante per tutta la sua durata, il finale sembra regalare una piccola speranza ma che mal si abbina secondo me a quanto visionato in precedenza. ‘Dobbiamo solo continuare a trasportare il fuoco’ sarà il mantra straziante del padre tramandato al figlio ….. un monito quanto mai agghiacciante per il futuro … speriamo più lontano possibile nonostante il nostro presente sia nebuloso come mai prima d’ora! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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