THE TWO ESCOBARS (2010) di Jeff & Michael Zimbalist

La Colombia di fine anni ’80 e primi anni ’90 era una polveriera pronta ad esplodere, dove le guerre tra i cartelli del narcotraffico, Cali e Medellin (capeggiato da Pablo Escobar), e tra quest’ultimo e le forze governative americane e colombiane, avevano oramai dipinto il tutto il mondo il paese sudamericano come patria dell’illegalità e del traffico di cocaina. Solo la nazionale di calcio, qualificatasi brillantemente ai mondiali di USA ’94, poteva portare speranza e luce in un paese dominato dal caos, in maniera irreparabile dopo la morte del barone della droga Pablo Escobar avvenuta nel dicembre 1993. Un altro Escobar, Andres, da lì a poco sarebbe divenuto tristemente celebre quasi quanto il boss della cocaina. Il difensore di maggior talento della nazionale colombiana, autore di un autogol nella partita dei mondiali contro gli Stati Uniti. Tornata a casa dopo il girone di qualificazione, nonostante i favori del pronostico, dopo soli sette giorni dal ritorno in patria, un tragico evento cambierà per sempre la storia del calcio colombiano. Escobar, dopo una lite in un locale forse a causa del sopra citato autogol, fu barbaramente giustiziato.
Jeff & Michael Zimbalist, noti documentaristi sportivi (loro quello più celebre dedicato alla figura di Pelé), tracciano un percorso storico del paese colombiano, che inizia negli anni ’80 e termina nel 1994, attraverso le figure dei sopra citati Escobar, i quali si incrociarono più volte nel corso della loro vita, in quanto Pablo fu uno dei maggiori sponsor della squadra di calcio ‘Club Atlético Nacional de Medellin’, nella quale militava Andres e che Pablo, oltre a portare al successo sportivo della Coppa Libertadores, utilizzò per riciclare i proventi della cocaina, inaugurando così un periodo storico noto come ‘narco soccer’, imitato da altri cartelli centro e sud americano.
Il parallelo tra i due prosegue utilizzando video storici, nei quali conosceremo un Pablo amante del calcio e amico di tutti i calciatori, e numerose interviste agli ‘ex colleghi’ del boss (Popeye, il suo storico braccio destro, all’epoca del doc era ancora detenuto) e compagni di squadra di Andres dell’epoca, da Higuita a Valderrama, da Asprillia a Valencia, i quali furono protagonisti della generazione d’oro della Colombia calcistica.
La tensione però che accompagnerà la nazionale colombiana dal 1992 al fatidico mondiale 1994, sarà costellata da episodi di violenza, intimidazioni (tristemente nota quella che interessò Gomez, costretto ad abbandonare i compagni a causa di serie minacce a lui ed all’allenatore), rapporti poco chiari tra alcuni giocatori, Higuita su tutti, con il boss Pablo.
Il doc alterna sapientemente le storie di Pablo e Andres (poco prima dei mondiali, era in procinto di trasferirsi in Europa al Milan), senza censurare immagini forti delle guerriglie e dei cadaveri dei due Escobar crivellati dai colpi d’arma da fuoco. Due facce diverse ma della stessa medaglia, uno noto per la sua vita crimnale e l’altro per essere un uomo che amava la semplicità, che finirono per caratterizzare un periodo storico colombiano controverso, violento ed incredibilmente per molti (anche degli intervistati) nostalgico. Il meglio del doc è rappresentato dagli ultimi venti minuti, con le considerazioni finali sulla morte di Andres che, secondo gli intervistati, non sarebbe avvenuta se Pablo nel 1994 era ancora in vita ed al comando.
Un documentario sportivo ed estremo, per le tematiche trattate e per le immagini storiche decisamente forti e da VM18, fondamentale per comprendere al meglio un periodo storico di una nazione, la Colombia, nella quale la società, il calcio e l’illegalità finirono per fondersi assieme in un mix esplosivo! VALUTAZIONE 8,5/10

 

H.E.