THE STEPFORD WIVES (1975) di Bryan Forbes

Questo film ultra quarantennale rappresenta uno dei pilastri della fantascienza cinematografica moderna e alternativa, ricca di satira, nostalgica del passato e proiettata al futuro, con tematiche legate all’ambiente e soprattutto al ricondizionamento (fisico e mentale) estremo. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Ira Levin, si presenta sin da subito ovattata ed esteticamente simile ad una soap opera, per poi evolvere in maniera esponenziale verso un thriller ansiogeno dai risvolti estremi e ovviamente fantascientifici.
L’avvocato Walter Eberard e la moglie Joanna, fotografa dilettante, stanchi dell’aria inquinata di New York, si trasferiscono con i figlioletti Ami e Kim nell’idilliaco villaggio di Stepford. Mentre Walter trova immediata accoglienza nel misterioso “circolo degli uomini”, Joanna viene accolta con entusiasmo solo da Bobbie, un’altra signora a sua volta giunta da soli due mesi nella cittadina con il marito Dan e i figlioletti. Joanna e Bobbie accomunando le proprie osservazioni, si rendono conto di avere a che fare con delle mogli tutte praticamente ridotte a “bambole di lusso” e mogliettine perfette soggiogate ai mariti e pazze per i prodotti commerciali televisivi. Le due amiche, pensando che si tratti di un eccesso di sottomissione nei confronti degli uomini, tentano invano di reagire e incitano le altre mogli a ribellarsi emancipandosi dalla dipendenza dai mariti. Ma quando Joanna scopre che anche Bobbie si è trasformata come tutte le altre privo di personalità, finirà per trovarsi di fronte ad una tragica realtà…….
Opera che ironizza e prende in giro il mondo consumistico americano nato negli anni ’50, grazie all’avvento della tv e delle pubblicità dei prodotti commerciali destinati alle casalinghe. Inoltre si focalizza sul rapporto tra uomo e donna, reduce quest’ultima da feroci battagli femministe degli anni ’60 e costringendo l’uomo, Adamo, a riprendere possesso e dominio della costola, Eva, creata e ora libera ed indipendente. Storia decisamente surreale che mantiene un tono leggero per quasi tutta la sua durata, scivolando prima sul surreale per colpire poi forte lo spettatore con una sequenza finale allucinante ed inquietante, capace di lasciare il segno ancora oggi. Il desiderio maschilista di imporre la propria virilità ad ogni costo, e riappropriarsi di quanto perduto, nel paese perfetto di Stepford, non guarderà in faccia niente e nessuno, sorvolando in maniera implacabile ed irreversibile su sentimenti ed emozioni, destinati a passare in secondo piano ed accecato dal proprio ego maschile.
Se nel 2004 uscirà un pessimo remake con protagonista Nicole Kidman, una commedia banale ed irritante, è inevitabile e fondamentale menzionare l’episodio n. 28 della collana di Dylan Dog intitolato ‘Lama di rasoio’, che cita con intelligenza e omaggia il film di Forbes in maniera esemplare. Da evitare, se possibile, la versione in italiano, colpevole (non è la prima volta) di cambiare il titolo di un film straniero spoilerando sin da subito gli eventi narrati. Un vero gioiello del cinema anni ’70, affascinante oggi come allora, distopico ed estremo da scoprire …. o riscoprire! VALUTAZIONE 9/10

 

H.E.