TRASH (1970) di Paul Morrissey

 

TRASH, secondo capitolo della ‘trilogia dei corpi” di Paul Morrissey (gli altri due sono FLESH e HEAT), è uno dei drug-movie simbolo della generazione a cavallo tra gli anni ’60 e ’70.
Protagonista un’icona della Factory Films di Andy Warhol, Joe Dallesandro, bravissimo, evidentemente in linea con gli anni della sua gioventù, nei panni del ‘tossico asettico’ continuamente alla deriva fisica e soprattutto mentale, immerso nell’oblio newyorkese destinato ai reietti come lui.
Joe è un eroinomane che convive in uno stanzone putrido con un cane ed un/a coinquilino/a di nome Holly. Nel corso di una giornata come tutte le altre, la sua ricerca di una dose di eroina lo porterà ad incontrare una ragazza alla ricerca di LSD, una coppa naif che desidera usare Joe come terzo corpo per un’orgia, una ragazza maggiorata che lotta contro l’impotenza di Joe indotta dalla droga ed infine Holly, un transgender con una vita incasinata tra carenza di denaro ed una sorella incinta e più squattrinata di lei …..
Girato quasi come una commedia teatrale, con una naturalezza ai limiti del reale, questo film ci trascina come pochi altri nella vita di un eroinomane, che vive solo per bucarsi nel presente, senza un domani e consapevole, nei pochi momenti di lucidità, dell’autodistruzione fisica, destinata a fregarsene del mondo che lo circonda.
Personaggi sgangherati e strampalati accompagnano Joe, quasi sempre senza veli, lungo l’arco di una sua giornata tipo per Joe, con dialoghi stucchevoli e momenti ai limiti della realtà e ragione, non privi di un’ironia triste e malsana. Trash, principalmente inteso come rifiuti e inetti eroinomani alla deriva, lo sono anche alcuni frangenti folli, come la masturbazione anomala con una bottiglia da parte di Holly, i desideri perversi della coppia di benestanti naif, i dialoghi in puro stile ‘fattoni’ tra Joe e la ragazza affamata di LSD. Il vertice del delirio rimane l’ultimo atto, con il tentativo grottesco da parte di Holly e Joe di ingannare un’assistente sociale (folle e feticista) per ottenere un sussidio in quanto lei è incinta (in verità è la sorella). Una scenetta fantastica e degna conclusione di una pellicola leggera ma profonda allo stesso tempo. Una pellicola non convenzionale che forse riesce a racchiudere con naturalezza grottesca il mondo dell’eroina. Meno esplosiva dei successivi TRAINSPOTTING e meno dinamica di REQUIEM FOR A DREAM e meno drammatico di AMORE TOSSICO, questa piccola storia giornaliera, tossica e stravagante, rimane un passaggio imprescindibile del genere sopra citato. Gioiello! (p.s. da evitare come la peste la pessima versione in italiano di questa pellicola, anche se curata da Pasolini) VALUTAZIONE 8,5/10

 

H.E.