TRUST (2010) di David Schwimmer

“I mean, its me, Charlie”David Schwimmeri, in maniera del tutto sorprendente, noto al grande pubblico come Ross delle serie tv FRIENDS, nel 2010 sfornava da regista uno dei film più interessanti afferenti i predatori sessuali del web. E’ curioso che proprio un altro film significativo su questo tema (e più estremo), TALHOTBLONB del 2012, sia opera di Courteney Cox, celebre per essere Monica di FRIENDS. Probabile che i due progetti siano stati oggetto di una probabile collaborazione tra i due.Una serie di tematiche delicate (e sempre più tristemente attuali), come quello dei pedofili, dei predatori sessuali e delle truffe online con lo scopo di abusare sessualmente e psicologicamente di un minore o di una persona più fragile, vengono presentate in maniera sorprendente e inaspettata sotto tanti punti di vista, mostrando alcuni aspetti spesso nascosti, o considerati irrilevanti dai più, quando un minore finisce per diventare ingenuamente preda di questi mostri dall’aspetto umano ma dall’animo disumano.Una famiglia apparentemente felice, vede demolite le proprie fondamenta e sicurezze quando la quattordicenne Annie incontra il suo primo ragazzo online. Annie, dopo mesi di comunicazione tramite chat online e telefono, scopre che il suo amico non è quello che inizialmente affermava di essere. I genitori di Annie sono sconvolti dalle azioni della figlia, finita in un’indagine dell’FBI a caccia di predatori sessuali online, lottano con fatica per sostenerla, mentre lei fatica focalizzare cosa è successo e cosa sta accadendo alla sua vita di pre adolescente ……Spesso i pericoli peggiori per una ragazzina sono quelli invisibili ai propri genitori, convinti che basti vederla tranquilla nel proprio focolare domestico per tenerla lontana dagli orrori della vita. Con l’avvento dell’era digitale i pericoli hanno virato su direzioni impossibili da intercettare, capaci di insinuarsi su chat online apparentemente ingenue e controllabili da chi le usa. La storia presentata non aspetta molto a mostrare il vero volto del mostro (ovviamente insospettabile come scopriremo nel finale) e modus operandi annesso, preferendo ampliare l’orizzonte narrativo, su un tema così delicato, su parallelismi sociali (per quanto concerne il lavoro del padre), pensieri comuni quando si sente la parola ‘stupro’ e le infinite difficoltà nell’approcciarsi alla vita quando si raggiunge la consapevolezza di cosa sia realmente accaduto.Il taglio televisivo, soprattutto nella prima parte, smorza troppo la drammaticità degli eventi, resi però indigesti in quanto (purtroppo) vicinissimi a quotidiani e amari fatti di cronaca riguardanti abusi su minori nel mondo del WWW. Per quanto concerne le interpretazioni, se quella della giovane vittima, interpretata da una giovanissima Liana Liberato, è lodevole, quella di Clive Owen nei panni del padre, è sorprendente, in quanto riesce a mettere in risalto l’impotenza e la difficoltà comunicativa di un padre nei confronti di una figlia, oggetto di un abuso meschino come quello subito da Annie. TRUST, dove la parola fiducia ha molteplici significati (fidarsi è bene ma non fidarsi è sicuramente meglio), è un film non esente da difetti, forte però di avere il coraggio di mettere in luce problematiche e paure spesso incomprensibili a tutti quelli che vedono con distacco e in lontananza un problema terrificante come quello presentato con estrema intelligenza in quest’opera. Da visione obbligatoria .. finalissimo compreso! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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