TWELVE MONKEYS (L’esercito delle 12 scimmie) del 1995 di Terry Gilliam

“Esistono dati reali che confermano che la sopravvivenza della Terra è compromessa dagli abusi della razza umana. La proliferazione dei dispositivi nucleari, i comportamenti sessuali smodati, l’inquinamento della terra, dell’acqua, dell’aria, il degrado dell’ambiente. In questo contesto non le sembra che gli allarmisti abbiano una saggia visione della vita? E il motto dell’homo sapiens: andiamo a fare shopping, sia il grido del vero malato mentale?” Nell’anno 2035, il condannato James Cole si offre, con la forza, volontario per essere inviato indietro nel tempo, con lo scopo di scoprire l’origine di un virus mortale che ha spazzato via quasi tutta la popolazione della terra e ha costretto i sopravvissuti a rifugiarsi in comunità sotterranee. Cole però viene erroneamente mandato nel 1990 invece che nel 1996- Arrestato per vagabondaggio, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Lì incontra la psichiatra Dr. Kathryn Railly e il paziente Jeffrey Goines, figlio di un famoso esperto di virus, che potrebbe essere collegato al gruppo del L’esercito delle 12 scimmie, colpevole, secondo gli uomini del futuro, di aver sterminato alla fine degli anni ’90 …. Se la fonte d’ispirazione di questo film è un lungometraggio degli anni ’60, La jetée di Chris Marker, uscito all’epoca in piena guerra fredda, la cornice weird e grottesca è tipica del regista Terry GIlliam, in linea perfetta con le opere dello stesso uscite negli anni ’90. A padroneggiare è proprio quell’atmosfera bizzarra e surreale che aleggia continuamente nell’aria, finendo per avvolgere pesantemente le menti dei suoi protagonisti. Virus, apocalisse e distruzione dell’umanità vissute come inevitabili, in quanto l’unico dubbio sarà solo quando accadrà … e nell’ultimo bienno lo abbiamo toccato con mano. Geniale il futuro creato ad arte da Gilliam, sulla falsa riga di Brazil però molto più cupo, oscuro e pessimista. Assurdo come i scienziati che cercano, grazie ai viaggi nel tempo, la soluzione nel passato per rimediare al loro presente, siano lo specchio di quelli che hanno causato la lenta e inesorabile dipartita dell’umanità negli anni ’90. Una metafora sui potenti della terra, spesso causa e contemporaneamente cura dello stesso male. Per quanto concerne la trama, siamo al cospetto di un poderoso thriller sci fi, con un pizzico del succitato weird e anche del fantasy, tanco caro al regista. Musiche pregevole e perennemente incalzanti, attori in stato di grazia, non solo i due protagonisti interpretati da Bruce Willis e Madeleine Stowe ma soprattutto un effervescente e spiritato Brad Pitt (le concitate sequenze nell’ospedale psichiatrico sono difficilmente dimenticabili), colpi di scena quasi mai telefonati, renderanno questo film un vero gioiello del cinema dell’epoca, finendo per influenzare non poco pellicole future, post apocalittiche e non solo. Da questo film sarà tratta anche una serie TV, lontana anni luce dalla forza travolgente e coinvolgente dell’opera originale. Un imperdibile piccolo grande cult degli anni ’90! VALUTAZIONE 4.5/5

H.E.

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