TWIN PEAKS Season one – I SEGRETI DI TWIN PEAKS – PRIMA STAGIONE (1989-1990) di David Lynch

Il tubo catodico degli anni Ottanta era saturo di un unico prodotto: la SOAP-OPERA. Amori segreti, tradimenti, doppi e tripli giochi, morti e resurrezioni facevano parte del campionario che ha reso celebre l’inguardabile BEAUTIFUL. Il genio di DAVID LYNCH (coadiuvato da MARK FROST) è stato quello di sapersi inserire in questo contesto povero e a tratti ridicolo per ribaltarne i codici stilistici e visivi. Ed ecco che, parallelamente agli intrecci amorosi, il pubblico era scosso da omicidi con cadaveri avvolti in teli di plastica, immagini surreali di inusitata violenza, atmosfere suadenti e minacciose; atte a smascherare il vero volto della cittadina montana confinante con il Canada. La SOAP-OPERA coincideva con l’apparente tranquillità della vita quotidiana di Twin Peaks, il surrealismo sfrenato e a tratti orrorofico metaforizzava il marciume celato dietro l’apparente calma piatta. La stanza rossa con i suoi nani e giganti dal vocabolario criptico e straniante, la Loggia Nera con i suoi demoni assassini e stupratori hanno fin da subito incominciato ad abbattere la serenità dei salotti casalinghi, assuefatti da programmi e telenovele prive di qualsiasi veemenza artistica.
Proprio la Red Room, probabilmente il luogo più perturbante mai apparso al cinema e in televisione, è diventato la controparte inquietante del nostro salotto di casa. Pur apparendo sgombra e come un piccolo spazio arredato, la Stanza Rossa lynchana raccoglie pochi oggetti ma incredibilmente incongrui tra di loro. Senza dimenticare che in quel luogo si alternano persone reali ed entità appartenenti a mondi altri. La stanza si configura come una trappola fuori dal tempo e dallo spazio, con l’iconico agente Cooper intrappolato insieme alla bellissima Laura Palmer (rievocata nell’oggettistica dalla Venere greca, ma che rimanda anche alla vorace Venus acchiappamosche). Questo salotto non è altro che un teatro continuo ed infinito, con tanto di tende rosse che fanno da sipario a questo doppio inquietante delle nostre sale d’attesa della vita quotidiana: salotti, bar, ingressi ecc…
La serie è composta da appena sette episodi più l’incredibile pilot, un piccolo film televisivo che in appena novanta minuti ci fa già pregustare tutto il potenziale onirico e assolutamente avanguardistico della serie. Il cadavere nella plastica, la suadente e triste musica di Angelo Badalamenti hanno creato un immaginario iconico ed imitatissimo da tante decantate serie Tv odierne (Lost, True detective fino ad arrivare al The Kingdom di Von Trier). Un cult inimitabile che ha per sempre rivoluzionato il modo di fare televisione, e che con la terza stagione realizzata 26 anni dopo è riuscita nuovamente ad andare oltre la concezione di serie televisiva e di cinema.
It’s happening again …. VALUTAZIONE 5/5

Review by Stefano Tibaldi