UNFORGIVEN (GLI SPIETATI) del 1992 di Clint Eastwood

‘È una cosa grossa uccidere un uomo: gli levi tutto quello che ha ….. e tutto quello che sperava di avere’

Il cinema western, sin dall’alba della settima arte, ha regalato emozioni infinite, figlie queste di un’epoca storica unica e irripetibile, dove spesso l’unica legge vigente era quella del più veloce con la pistola. Uno dei vertici di questo cinema è rappresentato dall’ultimo western diretto da Clint Eastwood, nato dal recupero di un vecchio soggetto che vagava da anni per Hollywood. Un film lontano da quello senza macchia e paura del cinema americano degli anni ’50 e da quello made in Italy degli anni ’60 che fece decollare la sua carriera con la trilogia del dollaro diretta dal mai dimenticato Sergio Leone (omaggiato, assieme a Don Siegel, dal regista americano a fine pellicola nei titoli di coda)UNFORGIVEN (GLI SPIETATI, titolo italiano) è un’opera che profuma di morte, tragedia e di mitologia western, nonostante per quasi tutta la pellicola Eastwood sembri frammentarla e distruggerla, demistificando proprio la sua figura di icona assoluta del genere, per posizionarla quanto più vicina e simile ad una probabile realtà dell’epoca.Wyoming, 1980. Nella piccola cittadina di Big Wiskey una sera la prostituta Delilah Fitzgerald viene sfregiata in volto da un cowboy locale (aiutato da un amico). Lo sceriffo, il duro e risoluto Little Bill Daggett, anziché arrestarli, come vogliono le prostitute, li multa obbligandoli solamente a consegnare alcuni cavalli al proprietario del bordello. Le prostitute vedono tutto questo come un insulto che non rende giustizia al grave torto subito dalla ragazza loro collega. Le donne uniscono i loro risparmi e mettono una taglia di mille dollari per chi eliminerà i due cowboy. Entra così in gioco William Munny, un sessantenne vedovo e padre di due figli noto per essere stato uno dei peggiori assassini del passato. Ormai sono più di dieci anni che William ha abbandonato la vita da fuorilegge per dedicarsi alla famiglia. Quando però un giovane pistolero di nome Kid Schofield gli propone di mettersi in società per uccidere i due cowboy. WIlliam, dopo vari ripensamenti e soprattutto dopo aver contattato il suo vecchio amico di scorribande Ned Logan, accetta ………Pur basandosi su alcuni stilemi classici del genere (paesaggi sconfinati ed incontaminati, duelli, grandi cavalcate, saloon, dialoghi selvaggi, pistoleri ruvidi e storielle ingigantite), Eastwood decide di basare questa pellicola sulla fortissima caratterizzazione e storia dei personaggi presentati. Per prima quella del vecchio assassino da lui interpretato, ora in cerca di redenzione ma logorato dai ricordi infernali di un passato forgiato sulla violenza cieca, dove non esitava a uccidere uomini, donne e bambini. Gli anni però, passano anche per quelli come Munny. Nonostante quello fatto in passato lo renda un ‘imperdonabile’ (il titolo originale è perlopiù riferito a lui e non solo ai due cowboy da uccidere) e tornare a uccidere non è come tornare a cavallo (simpatici e significativi i siparietti con il suo cavallo, con il quale lotta ogni volta per cavalcarlo). Non meno significativo il percorso che lo ha portato ad essere un contadino e buon padre di famiglia, sobrio dall’alcool e fedele alla moglie morto di vaiolo qualche anno prima degli eventi di questo film (l’inizio drammatico è dedicato a lei). Per ogni giustiziere che si rispetti però, come ha insegnato Sergio a Clint trent’anni prima, è necessario creare una villain all’altezza, se non più tosto ancora. La figura dello sceriffo Little Bill, un gigantesco Gene Hackman (forse la sua migliore interpretazione di sempre), che non considera le prostitute degne di rispetto e premia solo chi lo merita ai suoi occhi. Anche lui, come scopriremo in seguito, ha un passato selvaggio fatto di scontri a fuoco e regolamenti di conti a base di piombo. Il maschio alpha di Big Wiskey che non esita a picchiare fino alla morte per i propri controversi ideali. A rendere ancora di più credibile questa pellicola e la sua storia ci penseranno le figure di contorno mai banali. Dal suo vecchio amico Ned (Morgan Freeman) a Alice (Frances Fisher), la prostituta capo che ha promosso la taglia sui cowboy colpevoli dello sfregio, fino alla figura (altra perla assoluta del film) di ‘English Bob’ (citato anche nella versione originale di PULP FICTION), interpretato in maniera spettacolare da Richard Harris. Quest’ultimo, gunfighter di professione e intenzionato ad incassare la taglia di 1000 dollari, è affiancato dal biografo e scrittore di frontiera Beauchamp, una personaggi inizialmente secondario che alla lunga finirà per diventare cruciale sul quel lavoro di demistificazione della propria figura di icona western di Eastwood, finendo però, nel finale per elevarla a qualcosa di immortale destinata ad alimentare ancora di più quelle storielle di frontiera che tanto hanno divertito Little Bill in precedenza. Punta di diamante del film, che si mantiene sempre su livelli tragici,riflessivi e drammatici elevatissimi (il siparietto in prigione con Little Bill, Beauchamp e Bob l’inglese altra perla indimenticabile), rimane senza dubbio quel finale crepuscolare, rabbioso e feroce, nel quale tutto quanto presentato in precedenza (la vendetta, la furia feroce del vecchio Munny, le sparatorie vere e non fittizie da romanzo) confluirà in un regolamento di conti nel luogo dove tutto era iniziato. UNFORGIVEN è entrato di diritto nei grandi film del cinema western, senza cercare di imitare a tutti i costi i grandi capolavori del passato (di Leone ma non solo) di un genere unico che da lì in poi troverà nuova linfa vitale per generarne altri (THE ASSASSINATION OF JESSE JAMES BY THE COWARD ROBERT FORD e THE HATEFUL EIGHT, tanto per citarne altri di favolosi e più recenti). Oltre il capolavoro! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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