UOMINI SI NASCE POLIZIOTTI SI MUORE (Live Like a Cop, Die Like a Man) del 1976 di Ruggero Deodato

Nel periodo d’oro del poliziesco italiano, gli anni ’70, vediamo anche ‘Monsieur Cannibal’, Ruggero Deodato, cimentarsi con questo genere. Scritto da Fernando di Leo, un vero maestro del cinema di genere nostrano e garanzia assoluta di qualità, UOMINI SI NASCE POLIZIOTTI SI MUORE è un’opera energica ed elegante allo stesso tempo, che miscela sapientemente canoni consolidati del crime italiano con virate improvvise e decise verso l’estremo più becero e brutale, con inseguimenti e regolamenti di conti al cardiopalma e destinati a finire in sparatorie sanguinarie politicamente scorrette, in quanto i poliziotti usano metodi più consoni a dei giustizieri che a dei tutori della legge.
Alfredo e Antonio appartengono a un ramo speciale del dipartimento di polizia di Roma, al quale vengono assegnati i casi difficili, avendo a che fare con la feccia criminale più bassa in circolazione della capital. I criminali che hanno la sfortuna di avere a che fare con Fred e Tony, non vengono ammanettati e hanno i loro diritti letti quando ormai giungono nell’aldilà. Quando un loro collega della speciale viene assassinato, i due si mettono sulle tracce senza sosta del mandante dell’esecuzione, tale Roberto Pasquini, un criminale senza scrupoli avvezzo alle bische clandestine ed alle rapine……..<br>Cinici ed egualmente scanzonati, con un atteggiamenti di scherno ed irriverenza nei confronti della morte, Alfredo e Antonio sono pronti a diventare giudici e giustizieri alla prima occasione, non disdegnando stupri (o quasi) per vendicarsi ai danni della sorella del boss Pasquini, torturare i suoi scagnozzi o uccidere a sangue freddo i criminali locali per portare equilibrio tra il bene e male in una città sempre più alla deriva. 
Proprio per questo e non solo, il film fu accusato, come molti altri polizieschi dell’epoca con protagonisti poliziotti vigilanti, di metodi fascisti e sessisti (anche se quest’ultimi sono accompagnati spesso da spassose battute). 
Regia impeccabile, musiche di Ubaldo Continiello mai banali, azione allo stato puro e violenza in abbondanza (dove spicca l’estrazione di un occhio a vivo ad un tossico), assieme alla presenza nel film di attori di altissimo livello come Adolfo Celi, Marino Masé, Renato Salvatori (oltre ai due protagonisti interpretati da Marc Porel e Ray Lovelock), permettono a questa pellicola di posizionarsi tra le migliori dell’epoca di un genere crime ben definito destinato ad entrare, solo successivamente, nella storia del cinema di casa nostra ed ammirato, oggi più che mai, in tutto il mondo. VALUTAZIONE 4/5

H.E.